Febbraio 3rd, 2014 Riccardo Fucile
IL TERMINE PER PRESENTARE LE MISTERIOSE CANDIDATURE RIMANDATO GIA DUE VOLTE
Stanno diventando un giallo le primarie di Fratelli d’Italia per scegliere leader e nuovo simbolo.
Quello che, per intenderci, dovrebbe fondersi con il logo di An, concesso al partito della Meloni dall’omonima Fondazione.
Al termine dell’assemblea del 14 dicembre, infatti, fu cominicato che la consultazione si sarebbe tenuta entro fine gennaio.
Poi i colloqui con gli altri esponenti politici che avrebbero dovuto aderire al progetto andarono per le lunghe e si decise di rinviare la consultazione a tempi migliori.
A metà gennaio è stata convocata una conferenza stampa per comunicare la data scelta – il 22 e il 23 febbraio – e stabilire la dead line per le candidature, venerdì 24 gennaio. Proprio quel venerdì, un comunicato ufficiale annunciava che il giorno successivo, in un comizio a Cagliari per le Regionali sarde, si sarebbero conosciuti i nomi dei candidati e i simboli in gara.
Invece, l’unico annuncio arrivato è stato quello dell’ulteriore proroga di una settimana per avanzare la propria candidatura.
Termine scaduto tre giorni fa senza, però, che nessuno abbia saputo dire nulla dei nomi in corsa. Nomi sui quali, peraltro, si vocifera ormai da settimane.
Oltre alla scontata candidatura di Giorgia Meloni, sarebbero in procinto di scendere in campo Gianni Alemanno e Luciano Ciocchetti, ma si parla anche di Magdi Cristiano Allam.
Come che sia, nessun annuncio ufficiale è arrivato, al massimo si comunica che tra oggi e martedì mattina dovrebbe svolgersi una nuova riunione della segreteria del congresso per fare definitivamente luce su tempi e modalità delle primarie e, soprattutto, sulle misteriose candidature.
Intanto il 22 febbraio si avvicina e il rischio che la consultazione subisca l’ennesimo rinvio si fa sempre più concreto.
(da “il Tempo”)
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Febbraio 20th, 2013 Riccardo Fucile
MA SE LI SCEGLIESSE MEGLIO?… UN FILMATO CHE FA IL VERSO ALLA PERFORMANCE DELLA COPPIA OMOSESSUALE AL FESTIVAL DI SANREMO SCATENA LE PROTESTE SUL WEB… LA MELONI LO CONDANNA: PESSIMO GUSTO”
“Vota con la testa e con il cuore, non votare con il culo. Noi amiamo le donne e in particolare
Giorgia Meloni”. Si conclude così un video su Youtube — poi reso non disponibile appena la notizia è finita in Rete e nelle agenzie di stampa — che fa pesantemente il verso alla performance della coppia omosessuale, Federico e Stefano, protagonisti della prima serata del festival di Sanremo.
Come la coppia “costretta” ad andare a New York per sposarsi, Raffaele Zanon, candidato al Senato nella circoscrizione del Veneto e Alberto Romano Pedrina, candidato alla Camera, entrambi per Fratelli d’Italia, espongono nel video postato su Youtube dal titolo “Fratelli d’Italia — vota con la testa alle elezioni 2013” cartelli con delle frasi sull’amore tra un uomo e una donna come base del futuro dell’Italia. In sottofondo la stessa musica, un notturno di Chopin, che faceva da base musicale alla performance sanremese della coppia salita sul palco dell’Ariston.
‘Siamo all’omofobia elettorale — denuncia in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center — Il video su youtube dei due candidati alle politiche di Fratelli d’Italia in Veneto non solo è di cattivo gusto, ma è chiaramente offensivo verso i gay. Adesso vedremo cosa avrà da dire Giorgia Meloni, se questa è la linea politica e di comunicazione che Fratelli d’Italia vuole adottare nei confronti degli omosessuali. L’omofobia — conclude — è una brutta malattia, farla entrare in parlamento è ancora peggio”.
Per Alessandro Zan, esponente del Sel e assessore comunale a Padova, “il becero siparietto omofobo messo in scena su youtube dai candidati della lista ‘Fratelli d’Italia’ di Padova per schernire la coppia gay ospite del festival di Sanremo mostra il vero volto di una destra pericolosa e tutt’altro che moderata: se questo è quello che vogliono insegnare ai loro figli c’è solo di che essere preoccupati della famiglia che questi signori intendono tutelare”.
“Episodi come questi — rileva in una nota — dimostrano che non c’è programma economico che tenga senza un adeguato spazio e sensibilità verso i diritti civili. Sel è l’unico partito che ha dimostrato di dare spazio alla dignità delle persone, aspetto fondamentale, mi pare evidente, per evolvere verso una crescita che sia innanzitutto culturale del paese”.
“Detto molto francamente — sottolinea -, se questi signori dovessero entrare in Parlamento, mi vergognerei davvero molto di dover condividere anche una semplice assemblea con loro”.
Uno ”squallido tentativo di propaganda elettorale omofoba — anche per l’Arcigay ‘Tralaltro’ di Padova — Fratelli d’Italia calpesta i sentimenti di milioni di persone. Il video realizzato da Raffaele Zanon e Alberto Romano Pedrina è offensivo per la dignità di milioni di persone omosessuali nel nostro Paese. Un filmato che si fa beffa e irride l’amore di milioni di coppie omosessuali — prosegue l’Arcigay -, strumentalizzando un tema serio come il riconoscimento dei diritti dei cittadini a scopo elettorale e banalizzando con triviali allusioni sessuali. In campagna elettorale ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione- conclude l’Arcigay -, ma non calpestando la dignità degli altri”.
“Più che offeso mi sento imbarazzato. Sono dei poveracci. Bisognerà organizzare dei corsi di recupero per ignoranti” dice il leader di Sel Nichi Vendola.
”A nome di Fratelli d’Italia chiedo scusa per il video-parodia, di pessimo gusto, realizzato in maniera autonoma da alcuni esponenti padovani e solidarizzo con le persone e le associazioni che si sono sentite offese” ha poi dichiarato Giorgia Meloni.
Ma la becerodestra è sempre in agguato.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Febbraio 19th, 2013 Riccardo Fucile
ANDREA LAPENNA A GIUDIZIO PER STALKING DOPO LE PERSECUZIONI A UNA MAESTRA DISABILE…. MA FRATELLI E SORELLE D’ITALIA FANNO FINTA DI NULLA
Nella galassia degli impresentabili è apparsa una nuova stella.
Si chiama Andrea Lapenna ed è l’uomo forte che il trio La Russa, Crosetto e Meloni ha deciso di candidare in quel di Cantù al motto “liberi, onesti e senza paura”.
Il nome non dice molto, ma le cronache locali lo hanno visto protagonista di una brutta vicenda che ha portato a una citazione in giudizio per molestie e stalking.
Tra i candidati in corsa per la Lombardia, dove vanno forte i reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione, Lapenna è il primo ad avere problemi giudiziari per reati contro la persona.
E chissà se è un biglietto da visita migliore.
Tutto parte nel 2005 come una lite di condominio, nata da una canna fumaria difettosa che il Lapenna, al tempo assessore alla sicurezza di Cantù col Pdl, accendeva incurante del fatto che non fosse affatto sicura.
A nulla sono valse le lamentele degli inquilini al piano di sopra per l’appartamento invaso dal fumo.
Finchè l’impianto andrà a fuoco rischiando di bruciare l’intera palazzina.
Le perizie dimostreranno poi che non era a norma e l’incidente costerà al politico una prima condanna in sede civile a risarcire 25mila euro di danni.
Finita qui? No.
Quella multa innescherà , per i sei anni successivi, una spirale violentissima di minacce, aggressioni, pedinamenti e ingiurie ai danni della famiglia di sopra che s’era rivolta ai vigili del fuoco, ai carabinieri, al sindaco, al questore e infine si rivolgerà alla Procura di Como.
Vittime dello stalking sono un’insegnante invalida, Luciana Longo, che vive sopra i Lapenna con l’anziana madre e il figlio.
Per anni hanno dovuto rinunciare a utilizzare la camera da letto invasa dai fumi dell’inquilino di sotto che, alle loro rimostranze, rispondeva con crescente violenza. Ma Lapenna è un ex finanziere e un politico di peso in zona e forse per questo le denunce alle autorità locali inizialmente cadono nel vuoto.
Fino al giorno in cui, esasperato, il figlio dell’insegnante cerca l’attenzione della stampa locale e minaccia di buttarsi dal terrazzo se nessuno ascolterà quanto ha da dire.
La vicenda inizia così ad affiorare, ma Lapenna la minimizzerà sempre come una banale lite di condominio.
La famiglia Longo sostiene il contrario.
Su consiglio del legale madre e figlio iniziano a documentare le aggressioni per le quali nessuno indaga.
In sei anni realizzano decine e decine di filmati audiovisivi e scatti dal cellulare: pedinamenti, minacce, insulti da parte dei Lapenna in sodalizio con un’altra famiglia. Depositano il tutto in un fascicolo di oltre 100 pagine alla Procura di Como e solo allora il caso viene preso seriamente in considerazione: scattano due avvisi di garanzia a carico del politico, le prime udienze e infine la citazione in giudizio per stalking a carico di Andrea Lapenna e altre otto persone.
Il decreto del pm Alessandra Bellù riporta alcuni passaggi delle registrazioni depositate: “Vai a farti curare il cervello, tu e tua mamma, maestra dei miei coglioni; brutta puttana chiudi la finestra; perchè non muore, che crepi almeno (…) la sistemo io quella rompicoglioni, troia maestrina del cazzo (…) vieni fuori che ti stacco la testa, ti spacco in due a te a tuo figlio, io la legge me la faccio da solo, con la benzina do fuoco alla casa”…
E via dicendo.
Tutt’altro signore, Andrea Lapenna, per chi non gli sta così vicino.
Se nel privato può apparire un bruto, il politico canturino mostra un animo quanto mai sensibile in pubblico: dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi in piazza Duomo, da assessore alla sicurezza, fece realizzare un simbolo del Pdl in pizzo costato 290 ore di lavoro all’Accademia dei Merletti di Cantù.
Tanta nobiltà d’animo deve aver convinto Fratelli d’Italia ad ignorare le pendenze giudiziarie e l’eventuale imbarazzo in caso di condanna e candidarlo.
Ora la storia però viene a galla e i maggiorenti del partito, presi alla sprovvista, cercano di minimizzare.
Il senatore Alessio Butti, referente per Fratelli d’Italia di Como, commenta: “Non so con precisione per cosa sia indagato Lapenna, ma so che la vicenda non ha nulla a che vedere con la sua attività di amministratore”.
Giorgia Meloni non commenta e il suo staff la butta sul ridere: “Suvvia, per un caminetto…“.
La prossima udienza è fissata per l’11 marzo ma arriverà prima il giudizio delle urne, con il voto del 24-25 febbraio.
Perchè Lapenna, nonostante tutto, resta in corsa per il Pirellone, insieme agli “onesti, liberi e senza paura“.
Thomas Mackinson
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Febbraio 18th, 2013 Riccardo Fucile
CHE STRANO: SUL “CORRIERE” SI PARLA DI 50 PERSONE AD ASCOLTARE FINI, MA NON SI DICE QUANTI ERANO LO STESSO GIORNO DALLA MELONI E DA ALFANO
Facciamo una premessa: questa nota non è finalizzata a dimostrare alcuna tesi precostituita atta a
difendere o attaccare qualcuno.
Quando lo facciamo usiamo argomenti politici e ci mettiamo la faccia in prima persona.
Tutto nasce da una nostra cuoriosità : stamane il “Corriere della Sera” ha pubblicato l’articolo qua a lato dal titolo “Sala vuota ad Agrigento. Flop per l’incontro con Fini (e lui ci resta male)”.
Ovviamente gli ambienti Pdl si sono sentiti realizzati nel far girare la notizia.
Poco dopo arriva una precisazione di Fabio Granata: “l’articoletto vergognoso, ispirato da un solerte fotografo della città di Alfano che ritrae la sala di Agrigento un’ ora prima l’inizio della manifestazione,e pubblicato dal Corriere rappresenta l’ennesimo patetico tentativo di sminuire Fli.”.
Da esperti notiamo due particolari: la foto ha un taglio “ad escludendum”, va cioè lateralmente e non in profondità e Fini, più che contrariato per le poche presenze in sala, sembra più intento a leggere un sms.
A questo punto ci procuriamo, grazie alla testata locale AgrigentoOggi.it che ringraziamo, una trentina di foto della manifestazione: ne pubblichiamo due che ampliano la sala in profondità e la coprono per due terzi in larghezza.
Risultato: i presenti erano almeno 120 e non “poco meno di 50”.
Non ci interessa se siano pochi o tanti, non entriamo nel merito, ma quasi tre volte quelli dichiarati sul Corriere.![](http://sphotos-a.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/66677_4810879462487_1793477284_n.jpg)
Ma andiamo a vedere un altro partito, dato vicino al 2%, quante persone ha portato in sala ad ascoltare la loro leader.
Eh si, perchè lo stesso giorno ad Agrigento c’era anche Giorgia Meloni, con analoga mobilitazione dei militanti di Fratelli d’Italia.
Valutate voi la sala nella quarta foto: eppure non è uscito un articolo su un “flop della Meloni”, chissà come mai.
Dimenticavamo: lo stesso giorno ha parlato ad Agrigento anche Angelino Alfano, ma non in piazza, bensì al Grand Hotel dei
Templi.
Considerando che è la sua città , come mai non ha scelto di parlare nella piazza principale davanti a migliaia di concittadini festanti, ma si è rinchiuso in una sala d’hotel capace di contenere al massimo 300 persone?
Tutte domande che giriamo al Corriere certi che la par condicio del tarocco in futuro sarà rispettata sia in casi di Fli-p che in quelli di Flop.
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Gennaio 25th, 2013 Riccardo Fucile
UN ASSESSORE COINVOLTO NELL’INCHIESTA SUI BOLLI AUTO E UN AMMINISTRATORE DI ALESSANDRIA CONDANNATO DALLA CORTE DEI CONTI
In Piemonte molti sono i politici confluiti dal Pdl a Fratelli d’Italia.
Tra i candidati al Senato troviamo l’assessore regionale al Commercio William Casoni, indagato per concorso in abuso d’ufficio nello scandalo sulla riscossione del bollo auto.
I vertici della Gec, azienda che ottenne l’appalto, lo chiamavano “l’uomo del 10 per cento”, e per gli inquirenti è un riferimento alle tangenti.
Si candida al Senato pure l’assessore ai Trasporti Barbara Bonino: su di lei le cronache giudiziarie non dicono nulla, ma hanno fatto scalpore gli incarichi del fratello Stefano prima nel suo assessorato e poi alla Sitaf, che gestisce il traforo del Frejus e l’autostrada Torino-Bardonecchia.
A proposito di Bardonecchia, per la Camera si presenta il sindaco Roberto Borgis, la cui moglie, Marita Bobbia, dipendente del Comune di Sauze, è al centro di un’inchiesta col sindaco di Sauze Mauro Meneguzzi.
I due sono indagati per truffa aggravata e falso del pubblico ufficiale a danno di un ente pubblico.
Grazie alla complicità di Meneguzzi lei attestava falsamente di essere al lavoro, mentre in realtà era da altrove.
Nelle liste Piemonte 2 per la Camera troviamo Emanuele Locci, condannato dalla Corte dei Conti insieme all’ex sindaco di Alessandria Pier Carlo Fabbio, all’ex giunta e ad altri consiglieri di maggioranza a risarcire un danno erariale di 7,6 milioni di euro per aver approvato un bilancio falsato.
E dire che lunedì, su Twitter, scriveva: “liste @ilpdl così: 20% indagati 20% condannati 20% fighe giovani 20% milf 20% milionari. Per fortuna che c’è #FratellidItaIia!”.
Nella formazione di Crosetto-Meloni-LaRussa c’è anche Emanuele Pozzolo: giovane di Vercelli, in meno di un anno ha lasciato la Lega per il Pdl, da cui è uscito tuonando contro i vecchi partiti e confluendo in FdI, dove ha trovato la candidatura alla Camera.
Ma in “Fratelli d’Italia” ci sono pure due ex di An, Agostino Ghiglia e Massimiliano Motta, il primo candidato alla Camera nella lista Piemonte 1, il secondo aspirante senatore.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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