C’E’ UN’ITALIA CHE RESISTE, C’E’ UN’ITALIA MIGLIORE DELLA SUA CLASSE POLITICA
SONO QUEGLI ITALIANI CHE RESTANO AL LORO POSTO, CHE LAVORANO IN SILENZIO CON GRANDE DIGNITA’, CHE NON SI VOLTANO DALL’ALTRA PARTE, CHE PAGANO LE TASSE ANCHE AL POSTO DI CHI NON LE PAGA, UNICO ANCORAGGIO MORALE DA CUI RIPARTIRE
Da quasi novanta giorni una bella fetta di Italia assiste sgomenta e smarrita al pessimo spettacolo offerto dagli attori di questa ennesima crisi politica all’italiana.
Sono le persone, milioni di persone, che in ogni tempo restano al loro posto. Malgrado gli scossoni irrazionali e irresponsabili di chi dice di parlare anche a nome loro.
Con educazione e rispetto questi italiani osservano e vanno avanti.
Devono occuparsi della vita, la loro, ma anche di quella degli altri e certo non si sentono rappresentati da nessuno anche, se, vorrebbero.
Perchè anche in questi mesi con un governo in uscita e nessuno in entrata il Paese è andato avanti, giocoforza.
Perchè chi ha cura e si prende cura non può permettersi di incrociare le braccia e mettersi a guardare lo spettacolo.
Persone, a cui nessuno risponde, che nessuno rappresenta, ma che fanno stare in piedi lo Stato.
Che ogni mattina stanno al loro posto: nei ministeri, negli ospedali, nelle scuole, nelle case di chi ha bisogno di assistenza, nei centri di accoglienza in cui serve umanità a prescindere, in una volante della polizia.
Starci, sempre e comunque, anche nelle condizioni di difficoltà , magari maledire lo Stato ma non voltandosi mai dall’altra parte quando un turno diventa di 36 ore in una corsia d’ospedale o un ragazzo chiede di parlare con il professore della sua angoscia ben oltre il normale orario scolastico, o c’è un uomo che muore in una casa, sull’asfalto, per mano di altri.
Persone, che non possono permettersi i solipsismi degli intellettuali un giorno impegnati, ma l’altro forse no, ingrata Italia che non mi capisci.
Che pagano le tasse con ordine quando devono e non pensano che milioni altri non lo fanno, ogni anno da anni, e che forse un giorno sarebbe il caso di seguire quell’esempio: famiglie, imprese, partite iva, liberi professionisti.
Persone che si applicano, studiano, giovani che seguono un loro cammino e coltivano un sogno, si danno un obiettivo nonostante il deserto intorno.
Risorse umane, capitale umano, deontologia, etica, rispetto, educazione, formazione, senso dello Stato.
E’ l’Italia che tutti i politici evocano in esercizi di retorica ormai diventati stucchevoli e maleodoranti, sia da posizione di governo sia dall’opposizione.
Parlarne senza conoscere, senza essersi mai sporcati le mani.
Avere cura, slogan veltroniano di tanto tempo fa ridotto a operetta allora e dopo, quando di cura se n’è vista poca anche a quelle latitudini politiche.
Nemmeno per un minuto dentro il Pd è venuto in mente di mobilitarsi in nome dell’Italia, di questa Italia.
Di rischiare per loro, di capire umilmente di aver sbagliato e molto, anche con tutti loro.
Questa è l’Italia che c’è e che ci sarà malgrado tutto, nonostante tutto, a cui nessuno dice mai grazie.
Che invoca da troppo tempo un paese normale, rettitudine, interesse vero per le cose di cui si parla, competenza della politica, che cerca una guida senza abbandonare il proprio senso di responsabilità .
E’ l’Italia che il populismo offende, da qualsiasi parte politica venga espresso (e troppo ce n’è stato anche ai tempi del governo Renzi, davvero troppo).
Che resiste, nonostante tutto, e che dopo le macerie di questi mesi sarà l’unico ancoraggio stabile, vero, autentico da cui qualsiasi politica di senso potrà ripartire.
(da “Huffingtonpost“)
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