CI RIPROVANO PRIMA CHE COTTARELLI GIURI, HANNO PAURA DELLE ELEZIONI: LA MELONI “PRONTA A RAFFORZARE” UN’ALLEANZA CON GLI ODIATI (FINO A IERI) GRILLINI, CHI SE NE FREGA DEL CENTRODESTRA
SI RIPARTE DA CONTE MA GIRA ANCHE L’IPOTESI SALVINI, ARRIVA IN SOCCORSO ANCHE LA BADANTE, ORA NESSUNO VUOLE PIU’ ANDARE A VOTARE: BENVENUTI AL CIRCO ITALIA, LO SPETTACOLO PIU’ COMICO DEL MONDO
La grande “incertezza” riapre la trattativa o, come si dice in questi casi, uno spiraglio di trattativa.
Proprio mentre il premier incaricato Carlo Cottarelli è al Quirinale dai partiti arrivano i segnali di un ultimo tentativo: Lega ma soprattutto Cinque Stelle, spaventati dal ritorno alla urne già a luglio e dai sondaggi che certificano una perdita di consensi. L’impennata dello spread, o meglio il “combinato disposto” di allarme dei mercati finanziari ed eventualità del voto che lascia intravedere uno scenario da incubo: lo spread oltre trecento punti, un governo che, detta brutalmente, rischia di nascere morto, amplificando “l’incertezza” agli occhi degli investitori.
È l’esplosione del “rischio Italia”, in un clima di crisi istituzionale senza precedenti, e senza certezze che le elezioni a luglio, mentre bruciano titoli di Stato, possano spianare la strada a una maggioranza diversa da quella che potrebbe esserci oggi.
Un default per tutti.
In questo contesto matura, in modo confuso, un nuovo incontro Di Maio-Salvini alla Camera, dove si parla di un nuovo “tentativo”.
Perchè — è il senso del ragionamento — “rischiamo che i mercati ci sbranano”.
C’è un punto rimasto sempre fermo, forse l’unico, in questo complicata e drammatica giornata. Ed è la ferma volontà del capo dello Stato, in caso di ritorno al voto, di portare il paese alle urne con Carlo Cottarelli, ovvero con un governo “neutro”, anche mettendo in conto una bocciatura da parte delle Camere.
Detta in modo esplicito, il messaggio del presidente della Repubblica ai partiti è questo: non c’è nessun accordo per formare un governo, con i partiti che invocano una nuova ordalia elettorale? Bene, poichè ci si deve andare con un governo neutro, comunque si fa il governo e spetterà ai partiti la responsabilità di bocciarlo e, a quel punto, anche la responsabilità delle elezioni a fine luglio.
Gli uffici tecnici del Viminale sono già a lavoro sulla verifica della praticabilità della data del 29 luglio. Ipotesi che resta sul campo, mentre all’ultimo minuto utile è in atto un estremo tentativo.
Che viaggia su due schemi, in una fase in cui anche Silvio Berlusconi è tornato nel gioco.
Lo schema che porta di nuovo al professor Conte, col problema ancora non sciolto e per cui è saltato, ovvero la casella dell’Economia, perchè è evidente che il Quirinale non potrà accettare domani il nome di Paolo Savona, dopo quel che è successo in questi giorni.
Ma c’è anche sul tavolo dei partiti l’ipotesi di un incarico a Salvini nell’ambito di una operazione più ampia che trovi la non ostilità di Silvio Berlusconi.
Ipotesi più complicata. Sia come sia, il gioco si è riaperto.
Anche Giorgia Meloni, in un video su Facebook, si dice pronta a un gesto di responsabilità per evitare il voto il 29 luglio, dicendosi disponibile, se Mattarella non vorrà dare un incarico al centrodestra, “anche a rafforzare con Fratelli d’Italia la maggioranza Lega-M5s perchè crediamo che bisogna fare tutto quello che c’è da fare per evitare il caos”.
Il dato di fondo, registrabile nelle dichiarazioni in chiaro a fine serata dei due leader impegnati nei comizi elettorali è un radicale cambio di toni rispetto all’assalto al Colle del giorni prima, con richieste di impeachment e chiamate alle mobilitazioni di piazza. E, per domani, ci si attende un’altra impennata sui mercati, con i titoli di Stato che bruciano nel falò della grande incertezza.
(da “Huffingtonpost”)
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