CICILIANO (CTS): ): “L’OBBLIGO VACCINALE E’ LA SOLUZIONE IDEALE, MA DECIDA IL GOVERNO”
“NOI LO SOSTENIAMO DA TEMPO; LA POLITICA DEVE PRENDERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA'”
Omicron avanza e il Governo prende posizione. Così, accanto alla rimodulazione delle regole di quarantena per i vaccinati – che entreranno in vigore tra oggi e domani – l’esecutivo stringe le maglie per i non immunizzati: dal 10 gennaio il Super Green pass sarà obbligatorio anche per usufruire del trasporto pubblico, per accedere a fiere e impianti sciistici, oltre che a hotel e strutture ricettive, feste conseguenti a cerimonie civili o religiose, sagre e fiere, piscine, centri sportivi e benessere. Nuove regole che imporranno verifiche.
“L’attività di controllo rimarrà pressoché invariata e non vi sarà un’aumentata complessità. I sistemi informatici, infatti, sono già predisposti per distinguere il Green pass ‘rafforzato’ da quello base”, assicura all’HuffPost Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico scientifico. Intanto c’è chi parla di estensione dell’obbligo vaccinale, quella che lo stesso Ciciliano definisce “la soluzione ideale”, pur attendendo che sia frutto di una decisione politica.
Dottor Ciciliano, l’obbligo vaccinale esteso potrebbe essere un’ipotesi percorribile?
“Dal punto di vista tecnico, sarebbe la soluzione ideale poiché in grado di aumentare la protezione del maggior numero di persone possibili. Ma ovviamente, in definitiva, la valutazione spetta al governo”
D’altronde nel nostro Paese, ci sono ancora oltre 5 milioni di non vaccinati. Come si scalfisce questo zoccolo duro
“È indubbio che misure come il Green pass rafforzato possono indurre le persone non vaccinate a compiere finalmente il passo. Bisogna infatti distinguere tra No Vax e il resto della fetta di popolazione non ancora immunizzata: c’è ancora tanta gente non informata, influenzata dalle fake news, che si affida a internet per cercare informazioni. In ogni caso si tratta di persone non protette, a rischio, soprattutto in una realtà in cui Omicron circola e colpisce molto più rapidamente. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dicono che attualmente la stragrande maggioranza delle persone ricoverate in terapia intensiva è non vaccinata: dovrebbe bastare questo come argomento di persuasione”.
L’altra importante decisione presa dal governo in queste ore riguarda coloro che hanno ricevuto la terza dose: se sono contatti diretti di un positivo, non devono restare isolati in casa. Alcuni esperti criticano la misura presa in questo particolare momento della pandemia, vista la grande contagiosità di Omicron. Cosa pensa di queste posizioni?
“La decisione è stata attenta e ponderata, presa considerando le caratteristiche della variante Omicron, che si sta dimostrando più contagiosa ma molto meno impattante sui sistemi sanitari. Attualmente abbiamo circa 600 mila positivi attivi: questo significa che in media ogni giorno 2 milioni di italiani finiscono in isolamento che, tradotto in dato settimanale, diventano circa 15 milioni. Questo vuol dire che se fossimo andati avanti col sistema precedente avremmo rischiato lo stallo”.
Una sorta di “auto-lockdown”?
“Esattamente. Non ci sarebbero vere e proprie chiusure, ma comunque oltre una certa soglia di cittadini in quarantena il Paese sarebbe paralizzato. Non possiamo permettercelo: sono sempre necessarie delle valutazioni di carattere socio-economico. La pandemia, infatti, non è soltanto un evento sanitario. In ballo c’è la tenuta generale dell’Italia”.
Intanto i casi aumentano. Superare la soglia psicologica dei 100 mila casi giornalieri spaventa.
“Sì, ma bisogna andare al di là del mero dato e ricordarsi che non si tratta dei 100mila casi dell’anno scorso, con cui avremmo avuto un’ecatombe. Attualmente il sistema sanitario sta reggendo, le persone sono protette dai vaccini, il Paese è aperto, i cittadini possono muoversi. Basta riportare la mente al dicembre 2020 per ricordarsi di una situazione completamente differente da quella attuale”.
L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, segnala che a livello nazionale, il tasso di occupazione dei posti letto dei pazienti Covid nelle terapie intensive è passato dal 10% del 17 dicembre al 13% registrato il 28 e 29 dicembre. “Se i ricoveri in area non critica arriveranno al 30%, il Veneto passa in zona arancione”, ha affermato Luca Zaia, governatore del Veneto. Dobbiamo aspettarci altri cambi di colore in arancione a gennaio?
“Le valutazioni saranno fatte di volta in volta. Ma, nei casi in cui i cambi colore fossero necessari, non mi turberei più di tanto. Ricordiamoci che oggi non solo andare in arancione è molto più difficile, ma che per i vaccinati le limitazioni sono comunque assai minori a prescindere dalla zona”.
(da Huffingtonpost)
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