CINQUESTELLE: E’ SCONTRO TRA DIALOGANTI E TALEBANI IN UN CLIMA DI INTIMIDAZIONE
ORA SPUNTA L’IDEA DI UN “GRUPPO PONTE”… STRETTA SUI PARLAMENTARI: “I DECRETI LEGGE PRIMA PRESENTATELI SUL BLOG”
Hanno paura, i dissidenti del Movimento 5 stelle.
La notizia della cena di martedì scorso, quando davanti a pizza e birra hanno condiviso il loro malessere, ha creato più problemi di quanto non si aspettassero.
Il post di Grillo che invita chi pensa ancora ad accordi col Pd «ad avviarsi alla porta», la lettera di Roberta Lombardi che dà loro delle «merde», l’attacco del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio al dialogante per antonomasia Tommaso Currò, la richiesta di espulsione di Lorenzo Battista da parte di una senatrice, sono i segnali di una stretta che temevano, ma che non credevano potesse arrivare così improvvisa e violenta.
Sonia Alfano, l’altroieri, ha raggiunto alcuni di loro in un ristorante di Roma. E li ha trovati così: confusi e spaventati.
La parlamentare europea ex Idv, un tempo sostenuta da Grillo in persona, ha proposto da tempo un percorso comune nel nome della legalità .
Sa che arrivare a formare un gruppo autonomo in Parlamento non è facile, bisogna essere in 20, ma pensa che «anche se non fossero abbastanza il primo giorno, darebbero il via a un effetto domino che neanche i talebani riuscirebbero a controllare».
È sfiduciata, però: «Mancano di coraggio, aspettano tutti che uno di loro faccia il primo passo».
Soprattutto, sperano in una sorta di “gruppo ponte” che nasca dagli scontenti di centrosinistra, quelli contrari al governo di larghe intese, cui poi aderire una volta capito quel che succede all’interno del gruppo.
«Mi hanno contattato alcuni che prima non conoscevo — racconta l’europarlamentare — mi dicono di aver paura del gruppetto dei “pattugliatori”».
I talebani, sempre loro.
Ieri nel mirino è entrato il senatore Lorenzo Battista per un’intervista rilasciata al Messaggero in cui parlava di un possibile accordo col Pd (nel caso in cui Berlusconi facesse cadere il governo).
Una senatrice ne ha chiesto l’espulsione.
Lui non commenta, non vuole alimentare le polemiche, ma altri, al suo posto, dicono netti: «È una tecnica. Come Grillo che invita sul blog ad andar via, come Crimi che parla di mele marce senza fare nomi. Si chiama intimidazione».
Va quasi peggio a Tommaso Currò, che viene attaccato frontalmente dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio in un post su Facebook.
Se la prende per le parole dette in un’intervista, Di Maio, parla di «malafede», di una persona che vuole male al gruppo, si augura che così ne rimangano in pochi, si chiede che cosa stesse facendo il catanese mentre gli altri erano a lavoro, e insinua: «Forse era a parlare di strategie con la stampa».
Una chiara minaccia di scomunica, alla quale anche il deputato siciliano sceglie di non rispondere.
In un corridoio della Camera fa spallucce e ripete piano: «Dicano quel che vogliono».
Il più vicino a uscire, comunque, sembra essere Adriano Zaccagnini.
Da tempo critico con la gestione del gruppo, dopo l’intervista a Repubblica il deputato a 5 stelle non ha voluto fare altri commenti post voto.
Aspetta la riunione congiunta di oggi per dire quel che pensa, ma annuncia che prima sarà a un incontro della rivista Left con Salvatore Settis: «Sul manifesto c’è un’immagine molto bella, un agricoltore in un campo di libri con una penna in mano». Poi svela un dettaglio non da poco: «C’è un nuovo protocollo per i nostri disegni di legge. Adesso, prima di presentarli, dovremo metterli per 48 ore sul blog. E poi farli approvare dall’assemblea».
Il che vuol dire che quel po’ di libertà che alcuni parlamentari si erano concessi finora ha già fatto in tempo a dar fastidio.
Tancredi Turco, altro dialogante, non ha paura di definire i risultati elettorali «una batosta», e dice che il post di Grillo “Fuori chi vuole accordi col Pd” non lo convince del tutto.
«Io una porticina la lascerei aperta, non sarei così drastico ». Quanto alle espulsioni, «sono certo che Beppe sia come un bravo padre di famiglia. Non caccerà nessuno per qualche dichiarazione ».
Sarà , ma l’aria è pesante.
Alla vigilia della riunione congiunta di questo pomeriggio alle quattro e mezza, la mail con cui Roberta Lombardi (ufficialmente a casa con la febbre) ha inviato ai deputati tutta la sua rabbia, non fa sperare in un cielo sereno.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica”)
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