CINQUESTELLE LANCIA LA CARTA PRODI, MA DOMANI PERDERA’ UN’ALTRA DECINA DI DISSIDENTI
GRILLO CERCA DI INSINUARSI NELLE DIVISIONI DEL PD, MA PERDE ALTRI PARLAMENTARI
“Cara/Caro parlamentare del Partito Democratico, le chiediamo, dopo averlo chiesto al presidente del suo partito, di esprimere le sue preferenze per i candidati alla presidenza della Repubblica. I nomi proposti dai parlamentari del Pd saranno votati dagli iscritti al M5S on line nei prossimi giorni”.
La mail, inviata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio utilizzando l’indirizzo parlamentari@beppegrillo.it, piomba nelle caselle degli onorevoli Democratici alle 16.50.
In calce, il link al blog che ne certifica l’autenticità . Una mossa in qualche modo anticipata dall’ex comico sul palco della Notte dell’onestà , quando ha chiesto al Pd, e non più a Renzi come da hashtag di un paio di giorni prima, di offrire una rosa di nomi per il Quirinale.
Il Movimento 5 stelle non può arrivare alle prime tre votazioni e infilare nell’urna una scheda bianca.
“Ma ti pare? Certificheremmo il fatto che partecipiamo anche noi a questa guerra fra bande”.
C’è un problema di opportunità . Che comprende le modalità tecniche del voto, ma anche il fatto che in qualche modo la rete venga consultata.
Scartate, almeno per il momento, le primarie aperte stile 2013, per timore di un “effetto Magalli” che potrebbe trasformarle in barzelletta.
Ma poi c’è anche una questione politica.
La spiega un membro del Direttorio: “C’è un fronte anti-Nazareno nel Pd? Se sì ci faccia dei nomi, altrimenti dimostrano di essere ancora una volta un partito unico con Berlusconi. Noi le proposte le chiediamo al Pd, non a Renzi. Poi consulteremo la rete”.
Sono ore convulse tra i 5 stelle, perchè lo stesso Direttorio, che pure ha mantenuto in queste ore un filo costante con Genova e Milano e che stamattina si era riunito per fare il punto, non conosceva il dettaglio e la tempistica della missiva dei due leader. Una lettera che ha spazzato via dal tavolo le notizie che si erano rincorse per tutta la giornata, prima di un’assemblea congiunta di deputati e senatori, poi di una riunione del Direttorio e dei capigruppo con Grillo e Casaleggio.
Quest’ultima rimane un’ipotesi in ballo, ma è probabile che alla fine il confronto sarà solamente telefonico.
Alla fine, mercoledì e giovedì, gli attivisti verranno coinvolti in una votazione.
Ed è qui che la strategia 5 stelle, che pure evolve, si mescola e si modifica ogni ora che passa, prova a infilare una staffa nelle crepe dell’alleanza del Nazareno.
“Segui il ragionamento – spiega un parlamentare ortodosso – Supponendo che difficilmente arriverà una risposta univoca dalla minoranza, qual è l’unico nome possibile per sparigliare il patto Renzi-Berlusconi? Quello di Romano Prodi”. E in effetti quello del professore è l’unico nome finora avanzato pubblicamente da un Dem, nella fattispecie Pippo Civati.
Con i voti dei 5 stelle, sommati a quelli del Pd, Prodi avrebbe i numeri per passare dal quarto scrutinio in poi.
Giustificare il rifiuto di un’offerta del genere sarebbe quantomeno complicato per il premier.
“L’idea è quella”, conferma secco uno dei pontieri della minoranza Dem.
Il rovescio della medaglia è che la decisione unilaterale di non procedere a Quirinarie aperte e non condividere la strategia ha accelerato la scissione.
Un gruppetto di parlamentari dissidenti guidati da Walter Rizzetto domani alle 10.00 ufficializzerà l’addio al gruppo.
Nove deputati e due senatori, secondo il pallottoliere degli ultimi minuti.
Perchè nella serata si sta tenendo una riunione convulsa, nella quale ripensamenti e aggiunte dell’ultimo istante sono all’ordine del giorno.
Nel pomeriggio in Transatlantico sono girati con insistenza i nomi di Prodani, Turco, Barbanti, Molinari, Segoni, Baldassarre, Bechis, Rostellato e Molinari.
Qualcuno domani sarà seduto dietro il banco della sala stampa della Camera, qualcun altro darà forfait.
Ma la mossa è stata studiata nel dettaglio. Almeno a partire da dicembre, quando Rizzetto, insieme a due colleghi, ha chiesto lumi sui passi da fare per iscriversi al gruppo Misto.
La pattuglia dei fuoriusciti raggiungerà Tommaso Currò e Massimo Artini proprio tra i non iscritti.
L’ambizione è quella di non replicare il flop del Senato, e di riuscire in tempi brevi a formare un gruppo a Montecitorio.
Intanto c’è da giocare la partita del Quirinale. Nella quale Renzi potrà contare su una tanto numerosa quanto composita pattuglia di grillini che al momento del voto saranno “usciti dal blog”.
(da “Huffingtonpost”)
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