COMPRAVENDITA PARLAMENTARI: “BERLUSCONI DISPOSTO A PAGARE CIFRE ELEVATISSIME”
IL SENATORE ROSSI RACCONTA AI PM LE OFFERTE DEL COLLEGA PDL TOMASSINI
Anche Paolo Rossi, senatore del Pd, era finito nel mirino della “campagna acquisti” che Silvio Berlusconi aveva messo a segno nel 2007 per far cadere il governo Prodi.
Come Giuseppe Caforio, anche Rossi non cedette a quella proposta e lo racconta lui stesso ai pm napoletani che lo hanno sentito lo scorso 10 marzo nell’ambito dell’indagine che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per corruzione nei confronti di Silvio Berlusconi, Sergio De Gregorio e Valter Lavitola.
Ad avvicinarlo fu il senatore Pdl Antonio Tommasini, che di Rossi è concittadino, sono entrambi di Varese.
“Il 30 agosto 2007 — dichiara Rossi — Tomassini mi invitò a cena e mi disse che lui, particolarmente vicino a Berlusconi era stato incaricato direttamente da Berlusconi —unitamente ad un gruppetto di senatori di Forza Italia— per fare “campagna acquisti” tra senatori del centrosinistra”.
Lo chiamava il “piano Marshall” e Rossi annota che il piano americano del dopoguerra riguardava “un intervento più finanziario che politico”.
E per metterlo a segno “Berlusconi era disposto a raggiungere anche cifre elevatissime che per uno come lui erano insignificanti e che invece a una persona normale come me avrebbero potuto cambiare la vita”.
Paolo Rossi però non accetta e ne informa subito “l’onorevole Franceschini, la senatrice Finocchiaro, e il senatore Zanda” .
Ma non fu l’unico episodio di compravendita, perchè racconta Rossi ai pm, “il Tomassini mi disse che nella sua attività di campagna acquisti erano a un buon punto con i tre senatori del Sudtiroler Volkspartei”.
Insomma quella del 2007 fu una campagna acquisti molto più ampia di quanto si sapeva finora.
Anche l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, che sentito come persona informata sui fatti a Napoli, racconta di “voci insistenti e continue sui tentativi da parte dell’opposizione di traghettare alcuni senatori” ma l’ex premier non immaginava la portata del fenomeno: “quando in questi giorni ho saputo dai giornali quanto era addebitato a Berlusconi e De Gregorio in relazione a fatti di corruzione parlamentare, sono rimasto scandalizzato. Se veri, questi fatti sono di una gravità inaudita. Ho fatto mente locale tuttavia non mi sono venuti in mente fatti ulteriori”.
Anche il senatore Idv Giuseppe Caforio ha raccontato un approccio di Antonio Tomassini.
Ma è Sergio De Gregorio a fargli una vera offerta.
La storia è nota: Caforio si presentò all’incontro con un registratore Il nastro venne consegnato a Di Pietro e oggi non si sa che fine abbia fatto.
Di Pietro ai magistrati dichiara di averlo consegnato al “responsabile di pg del ministero, capitano Scaletta”.
Che presto sarà sentito dai pm romani che indagano sul caso Scilipoti-Razzi.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply