CONTRORDINE: SLITTA LA NOMINA DEL NUOVO ASSESSORE AL BILANCIO A ROMA
LA RAGGI VOLEVA L’EX MAGISTRATO TUTINO, MA E’ PROPRIO COLUI CHE DUE ANNI FA AVEVANO ATTACCATO… NESSUNA NOVITA’ PER IL CAPO DI GABINETTO, SUCCURSALE DELLA GUARDIA DI FINANZA, MA TUTTI SI TIRANO INDIETRO
Il nuovo assessore può attendere. L’ingresso nella giunta Raggi sembrava imminente e invece slitta ancora alla prossima settimana, nonostante l’annuncio liberatorio sia atteso anche alla kermesse di Palermo che comincia domani.
Il motivo principale sembra dovuto al fatto che la sindaca non possa più permettersi passi falsi. Per completare la squadra serve molta prudenza, controllare ogni virgola dei curriculum e scavare nel passato dei candidati.
Le nomine assessoriali ancora in bianco sono due perchè la poltrona del dimissionario Minenna sarà divisa tra due deleghe separando quella alle partecipate da quella al Bilancio.
Per il nuovo assessore che dovrà vigilare sulle casse comunali, la rosa è ormai stretta a tre-quattro nomi, anche se in cima alla lista c’è Salvatore Tutino, magistrato in pensione della Corte dei Conti ed ex direttore del Secit, il Servizio ispettivo tributario. Esperto di politica fiscale e tributaria sarebbe il preferito dalla sindaca che temporeggia per evitare nuovi inciampi e malumori nel Movimento.
Quello che potrebbe creare problemi è un precedente attacco rivolto dai parlamentari dei Cinque Stelle quando il governo lo nominò consigliere della Corte dei Conti.
E questa sarebbe la seconda ragione che spinge Virginia Raggi alla prudenza.
Era il dicembre del 2013, c’era il governo Letta e furono Carla Ruocco e Laura Castelli ad attaccare il governo insieme a un durissimo Alessandro Di Battista con un post di fuoco: “Mentre questo governo di ladri impoverisce il Paese e svuota persino le tavole natalizie di molti italiani, contemporaneamente, non perde occasione di fare nomine ad amici e lo fa in tempi davvero sospetti!” scriveva Dibba sui social. La materia dello scontro era il tetto di 300 mila euro sul cumulo di pensioni, vitalizi e stipendi pubblici che stava per essere approvato dalla legge di stabilità . Quelle nomine arrivarono prima e per i pentastellati fu l’occasione per inveire contro gli “esponenti della casta cui venivano garantite le poltrone”.
Anche la giornata di oggi è così passata senza nuovi annunci, anzi a raffreddare le indiscrezioni di stampa sui possibili candidati del resto della squadra.
Resta infatti ancora vacante la poltrona di capo di gabinetto, crocevia delicatissimo per il funzionamento della macchina amministrativa e vero punto dolente fin dal principio nelle scelte di Virginia Raggi.
Nella lunga lista di papabili di un giorno è spuntato l’ennesimo uomo con la divisa della Guardia di Finanza, quasi fosse una nursery per il Movimento 5 Stelle.
Dopo il rifiuto del generale Ugo Marchetti, l’ultimo in ordine di tempo è Gianluca Berruti, tenente colonnello delle Fiamme Gialle, le stesse da cui provengono Raffaele Marra e il suo vice Gianluca Viggiano, così com’è finanziere anche il capogruppo in consiglio comunale Paolo Ferrara.
(da “Huffingtonpost“)
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