DA CRIMINALE A PREDA SU CUI BANCHETTANO GLI AVVOLTOI
LA RIDICOLA PRESENZA DI DUE MINISTRI CHE SI MARCANO A VICENDA DIMOSTRA CHE A LORO INTERESSAVA SOLO IL DIVIDENDO POLITICO DELL’OPERAZIONE BATTISTI
C’è qualcosa di esagerato nella tragica vicenda del pluriomicida Cesare Battisti, ora assicurato alla giustizia.
Perchè l’esultanza delle autorità italiane che sono riuscite a catturare un latitante che ha goduto di così tanti sostegni, sta deviando verso forme gradasse di euforia. Trasformare Battisti in una preda, consumare il pasto (un tiramisù dice Salvini) intorno al suo arresto, utilizzare parole da stadio (“ora marcisca in galera”) fanno venire il dubbio che del profilo criminale dell’arrestato in fin dei conti interessa poco. Molto di più cercare il dividendo politico di questa brillante operazione di polizia.
C’è un contegno, un limite, una forma che se si fosse rispettata non avrebbe ridotto il senso di questa operazione, insieme giudiziaria e politica.
Che due ministri, quello dell’Interno e quello della Giustizia, debbano correre all’aeroporto per timbrare il cartellino del vincitore e fare in modo che l’uno (il leghista) non si abbuffi troppo di onori a spese dell’altro (il pentastellato) fa appunto venire il dubbio che Cesare Battisti da criminale sia divenuto già preda.
Pietanza gustosa da apparecchiare al banchetto della politica.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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