DA FICO A TAVERNA, PORTE RIAPERTE AI BIG CINQUESTELLE PER TROVARE PREFERENZE
CON IL CAMBIO DI NORME, IN CAMPO ANCHE RAGGI E APPENDINO
Detronizzato il fondatore Beppe Grillo con la Costituente di dicembre, restava solo la regola che per lui era “il cuore pulsante del Movimento, il nostro faro nella tempesta” come l’artista scrisse in uno dei tanti post contro Conte. Cioè la norma dei due mandati, in base a cui dopo due legislature si doveva dire addio a ogni carica elettiva. Ma dopo che il garante è stato cancellato dal voto degli iscritti, l’ex premier doveva liberarsi di quella bandiera. E così ora torneranno in gioco tanti big.
Una carta che Conte doveva adoperare innanzitutto per tenere dalla propria parte il corpaccione degli eletti, ma da qui alle Politiche del 2027 potrebbe essere addirittura essenziale. “Potrebbero cambiare la legge elettorale, reintroducendo le preferenze” hanno ricordato nel Consiglio nazionale di ieri. E in questo caso avere nomi riconoscibili in lista sarebbe vitale per il M5S, che ha sempre sofferto le elezioni con questa modalità (ma che ufficialmente le
preferenze le ha sempre invocate). Un problema con cui dovrà fare i conti anche Roberto Fico, candidato prossimo venturo del centrosinistra alle Regionali in Campania in autunno. Il via libera alle nuove regole sui mandati è urgente innanzitutto per lui, visto che dopo il referendum dell’8 e il 9 giugno i progressisti dovranno ufficializzare la sua candidatura (con il Pd che freme già da giorni, e Vincenzo De Luca che continua a “bombardare” l’opzione Fico). Un’eventuale vittoria dell’ex presidente della Camera è considerata dal Movimento uno snodo verso le Politiche. Perché Fico è un uomo di raccordo con i dem – è stimatissimo da Elly Schlein – e perché la Campania è un tradizionale fortino dei 5Stelle. Ma per presentarsi con liste competitive Conte pensa di dover puntare anche su veterani. Come la vicepresidente vicaria Paola Taverna e Vito Crimi, che potranno tornare in partita grazie alla regola dello stop and go, secondo cui ci si può ricandidare dopo cinque anni di pausa, senza necessità di deroghe. “Attenzione, è anche una norma contro il carrierismo, perché dopo cinque anni di stop è più difficile tornare sulla scena politica” rivendicano dal M5S.
Ma a Conte potrebbe tornare comunque molto utile, visto che parecchi della vecchia guardia sono rimasti attivi nel Movimento. Taverna è tuttora popolarissima nella base. E Crimi è stato il primo capogruppo nella storia del M5S. Entrambi hanno incarichi in Parlamento per il Movimento. Un altro dirigente ascoltatissimo da Conte è Gianluca Perilli, ex capogruppo in Senato, attuale coordinatore del comitato progetti. Il corteo contro il riarmo dello scorso aprile a Roma lo ha pensato in gran parte lui. Ma della vecchia guardia potrebbero essere recuperati anche l’ex senatore piemontese Alberto Airola e l’ex sottosegretario Gianluca Castaldi, attuale coordinatore in Abruzzo. Poi c’è il capitolo delle sindache, Virginia Raggi e Chiara Appendino. Negli scorsi mesi, in Consiglio nazionale Conte aveva aperto all’opzione di stabilire una
differenza tra eletti in Comuni medio-piccoli e in città metropolitane. Ergo, aveva ventilato l’esclusione dalle prossime liste di Raggi e Appendino. Ipotesi rientrata nel corso delle settimane per evidenti ragioni politiche, visto anche l’impatto mediatico di entrambe e il loro ancora alto consenso nella base. Ieri in Consiglio è emersa la poca chiarezza sul destino della regola del mandato zero – quella che non conteggia la prima legislatura da consigliere comunale – decisiva per consentire la loro ricandidatura. Passaggio delicato, anche perché Raggi assieme a Fico e all’ex senatrice Laura Bottici fa parte del comitato di garanzia che deve vidimare le nuove norme.
Dopo le 20.30 il Consiglio riprende per concludersi a serata inoltrata. E il problema sul mandato zero viene risolto, riammettendo la regola e dando il via libera a una quarta legislatura di fatto. Tradotto: le sindache potranno correre per un’altra tornata elettorale. Anche se le voci di dentro danno per scontata una ricandidatura di Appendino in Parlamento, mentre per l’ex sindaca di Roma non sono escluse altre ipotesi: come un ulteriore mandato in Campidoglio o una candidatura per la Regione Lazio. Esaurito l’iter in Consiglio, Conte farà un passaggio in assemblea congiunta con i parlamentari. Poi a esprimersi sulle nuove regole saranno gli iscritti, sulla piattaforma web. E sarà la svolta, definitiva.
(da Il Fatto Quotidiano)
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