DAL “PORCELLUM” AL “PROVINCELLUM”: LEGGE ELETTORALE, ACCORDO VICINO TRA BERSANI E ALFANO
MA L’UDC INSISTE SULLE PREFERENZE, MENTRE PER IL PD E’ FONDAMENTALE IL PREMIO DI MAGGIORANZA…SE IL VERTICE UE VA MALE SI ACCELERA
Accordo sulla legge elettorale a un passo.
Un incontro coperto dal massimo riserbo, tra il leader del Pd Bersani e il segretario Pdl Alfano sta spianando la strada.
Fuori gli sherpa, i tratti essenziali delle nuove regole di voto vengono messe per la prima volta nero su bianco e disegnano un sistema misto.
Che riserverebbe una consistente quota di eletti alle liste «bloccate» dei partiti – eredità del Porcellum – e un’altra quota consistente ma ancora da definire a un meccanismo un po’ alla spagnola e un po’ alla tedesca, già battezzato “Provincellum”. Perchè provinciali sarebbero i collegi di riferimento.
Insomma, una via di mezzo all’italiana.
Quel che ha colto di sorpresa a Montecitorio i pochi al corrente del faccia a faccia è stata l’accelerazione politica impressa all’operazione.
Sintomo della precarietà del momento e del rischio concreto di una crisi e di un voto anticipato, sostiene chi (soprattutto a destra) nell’incidente ci spera e anche chi lo teme.
Sta di fatto che nel colloquio che i due leader di Pdl e Pd hanno avuto non di sola legge elettorale si sarebbe parlato.
Sul tavolo del gabinetto super ristretto, anche i destini del governo Monti.
Il faticoso sostegno all’esecutivo tecnico che dovrà essere garantito nelle prossime settimane anche nella malaugurata ipotesi di un insuccesso del Consiglio europeo che si aprirà oggi pomeriggio.
Ma intanto c’è la legge elettorale. Da approvare in fretta.
Che l’intesa fosse dietro l’angolo lo aveva preannunciato a sorpresa lo scorso fine settimana a Fiuggi Silvio Berlusconi.
L’incontro tra il segretario Pdl e Bersani segue molteplici contatti informali degli ultimi giorni e il lungo lavoro preparatorio degli sherpa dei due partiti.
L’impegno è approvare la legge entro fine luglio. Al più, prima della chiusura estiva. Sebbene l’ingorgo parlamentare generato dai tredici decreti del governo renderà l’impresa assai ardua.
Dire addio al Porcellum, dunque. Ma in che modo?
La strada scelta è quella di una riforma “minimalista”.
Realisticamente non c’è lo spazio per altro.
Ecco quindi, la proposta che sembra poter mettere d’accordo quasi tutti: il 50 per cento di liste bloccate (com’è attualmente) e un altro 50% con il Provincellum, ovvero collegi uninominali ma sono eletti coloro che hanno i migliori quozienti, in una sorta di ripartizione proporzionale.
La quota 50% e 50% non è neppure questa definitiva.
Mentre di certo c’è che il Pd non rinuncerebbe a una quota larga di collegi uninominali.
I centristi hanno molte resistenze; le stanno ancora facendo valere.
Per l’Udc andrebbe meglio un sistema in cui ci sono le preferenze, ad esempio tre come nelle elezioni europee.
Insomma proposte e controproposte sono state abbondantemente discusse.
Ma mantenendo alcuni punti saldi, come il premio di maggioranza.
Più volte Maurizio Migliavacca, che sta tenendo le fila della trattativa politica nella maggioranza, ha chiarito che questa è la conditio a cui i Democratici non vogliono rinunciare, perchè consente di dire agli elettori quale è la coalizione con cui si va a governare dopo il voto.
Se l’incontro di Bruxelles non andasse bene, il nuovo appuntamento tecnico-politico sulla riforma elettorale, venerdì, vedrebbe un’accelerazione.
Se la legislatura è a rischio, allora bisogna procedere a tappe forzate: è il ragionamento che fanno gli sherpa
Entro luglio andare a votare la riforma della legge porcata.
Nel Pdl diviso, in cui è una continua resa dei conti, almeno sulla legge elettorale Alfano sembra spuntarla.
Nel senso che il segretario è riuscito a sganciare il cambiamento della legge elettorale dal gran pasticciaccio in cui il Pdl si è cacciato sulle riforme istituzionali al Senato. All’ultimo vertice ABC, quello convocato da Monti a sorpresa, Alfano l’aveva assicurato a Bersani e a Casini: «Non ci impantaneremo, la volontà di cambiare il Porcellum c’è davvero », e aveva dato quelle tre settimane di tempo massimo per venirne a capo.
Le tre settimane stanno per scadere. Alfano vuole portare a casa l’impegno mantenuto a dispetto di tutto ciò che sta accadendo nel suo partito, delle fibrillazioni della maggioranza ABC, o meglio proprio per queste.
Lo stesso Berlusconi del resto si è convinto che il Porcellum va cambiato.
In casa Pd, abbandonata la strada del doppio turno, e una volta stabilito che ci si può accontentare della manutenzione del Porcellum, il dibattito ruota soprattutto attorno alle preferenze.
Giovanna Casadio e Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply