DELL’UTRI IN CELLA: «LEGGO IL PARADISO DI DANTE: È IL POSTO DOVE ANDRÃ’â€
“IN CARCERE VORREI FARE IL BIBLIOTECARIO”
A torso nudo, sorpreso dal sonno con la Divina Commedia ancora aperta sulla pancia.
Lucio Barani, l’ ex collega senatore di Forza Italia, ha trovato così Marcello Dell’Utri, detenuto da due giorni nel carcere di massima sicurezza di Parma per scontare la condanna definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
«La battuta è venuta spontanea – racconta Barani, segretario del Nuovo Psi di Riccardo Nencini – e gli ho detto: “T’ho beccato. Stai leggendo l’Inferno, dove ti hanno portato”.
E lui mi ha risposto: “No, ti sbagli. Sto leggendo il Paradiso, dove andrò. L’Inferno lo lascio agli altri che mi hanno condannato per un reato che non esiste, inventato con la stessa funzione dell’antica imputazione di quello antico di lesa maestà : far fuori gli avversari politici”».
Musica per le orecchie di un craxiano di ferro come Barani, che ha passato tre quarti d’ora in cella con Dell’Utri: non hanno parlato solo di Dante e della bibliofilia del detenuto, che all’altro parlamentare ex Publitalia Massimo Palmizio in visita ieri ha detto di voler diventare bibliotecario del penitenziario di via della Burla.
Ma anche di Berlusconi e Renzi, di «poteri forti» e di «politici mercenari che hanno fatto gli interessi di cancellerie straniere a danno dell’Italia e ora uno ancora in auge ha rischiato di essere eletto presidente della Repubblica».
Nonchè di magistrati che «sperperano il denaro pubblico in pedinamenti e intercettazioni e che prima o poi dovranno pagare».
Oltre che del caldo da «forno crematorio». «Sono uscito fuori che pensavo di avere un malore» riferisce Barani, mentre l’avvocato di Dell’Utri, Giuseppe Li Peri protesta e chiede di spostare il suo cliente cardiopatico in una cella con aereazione.
«Ma lì non ce ne sono – spiega Barani – l’impianto e’ previsto nel cdt (centro diagnostico terapeutico) ma non sono arrivati i fondi».
“A Beirut c’erano 25 gradi, qui ce ne saranno 45” ha scherzato Dell’Utri, mangiando passato di verdura e stracchino, in attesa del pasto per diabetici che arriverà da oggi.
Mostrandosi ancora stupito per l’arresto, scattato in realtà dopo che la magistratura di Palermo lo aveva scoperto irreperibile anche per i suoi cari a pochi giorni dalla sentenza definitiva.
Mi ha detto: “Ero andato in Libano da uomo libero, usando il mio passaporto e la carta di credito. Se mi avessero detto ‘rientra’ sarei rientrato. Io non sono un pericoloso sociale. Sono una persona per bene. Forse meno per bene sono gli altri che hanno sperperato soldi in pedinamenti. Se ci fosse una giustizia che funziona, e anche una Corte dei Conti, adesso glieli chiederebbero indietro. Ma prima o poi dovranno pagare”».
Pensieri cullati assieme nella cella con letto e scrittoio, secondo quanto riferisce Barani. Parlando dello «sbaglio di Berlusconi che andando da Renzi al Nazareno, invece di ricevere agibilità politica, ha accreditato quello nel centrodestra ed è stato fregato».
E rievocando l’«omicidio» del «martire» Craxi. «Anche Dell’Utri è convinto che sia stato fatto fuori dalle cancellerie europee perchè aveva l’autorevolezza per difendere i parametri di Maastricht. Invece, ha detto, mercenari della politica hanno trattato a sfavore dell’Italia con l’ingresso nell’euro. Uno è stato premiato con la presidenza Ue e stava per diventare capo dello Stato. Era chiaro che si riferiva a Prodi. E, secondo me, alludendo ai magistrati, ha concluso: “bisogna sempre chiedersi di chi si fanno gli interessi. Quali poteri criminali si tutelano. Perchè niente è come sembra”».
Virginia Piccolillo
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply