DOPO SETTE ANNI ARRIVA LA ROGATORIA CHE FA PAURA A BERLUSCONI
DEPOSITATI IN TRIBUNALE I DOCUMENTI SU MEDIATRADE E AGRAMA RICHIESTI A HONG KONG DAL PM DE PASQUALE NELL’OTTOBRE 2006…. DE GREGORIO DICE: “FUI IO A STOPPARLI”
Ci sono voluti sette anni per ottenere da Hong Kong documenti per un’indagine su Silvio Berlusconi.
La rogatoria del pm milanese Fabio De Pasquale è stata recapitata al Consolato generale di Hong Kong il 4 ottobre 2006 e solo ieri le carte, finalmente arrivate prima dell’estate, sono state depositate alla cancelleria del tribunale di Milano, a disposizione dei difensori del processo Mediatrade .
Sono 62 fascicoli, 3 dvd e 8 floppy disk arrivati dalla Cina dentro grandi buste gialle sigillate con vistosi bolli di ceralacca rossa.
Riguardano società di Frank Agrama, che la sentenza di condanna definitiva del processo Mediaset definisce “socio occulto” di Berlusconi.
La spiegazione del clamoroso ritardo con cui i documenti sono arrivati in Italia la offre l’ex senatore Sergio De Gregorio, interrogato il 10 settembre dai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, nel verbale depositato ieri insieme alle carte cinesi.
“Mi sono dato da fare per bloccare la rogatoria a Hong Kong”, dice De Gregorio, confermando quanto già dichiarato ai pm di Napoli e raccontato anche in una intervista al Fatto.
Tutto parte da una missione a Hong Kong compiuta da De Gregorio nell’aprile 2007 come presidente della commissione Difesa del Senato.
Incontra il console italiano Alessandro De Pedys: “Mentre mi trovavo nei locali del Consolato generale, De Pedys mi chiamò in disparte nella sua stanza, chiuse la porta e cominciò a parlare del fatto che era stata mandata una rogatoria a Hong Kong nel quadro delle indagini su Mediaset”, detta a verbale De Gregorio.
“De Pedys mi disse che sarebbe stato il caso che io informassi Berlusconi”. In una seconda missione a Hong Kong, nel settembre 2006, il console gli consegna addirittura la fotocopia di un suo rapporto al ministero degli Esteri.
È una concisa ma precisa relazione (anche questa ora depositata agli atti del processo Mediatrade) sulle indagini di De Pasquale.
Si legge: “Agrama, cittadino americano residente negli Stati Uniti, ha acquistato da Paramount grandi quantità di prodotti (diritti di trasmissione) che ha poi rivenduto a prezzi gonfiati alle società estere di Berlusconi (Principal Network Ldt e International Media Services-Malta).
Queste ultime avrebbero rivenduto i diritti con un rilevante sovrapprezzo alle società del gruppo Mediaset, attuando in tal modo una truffa ai danni degli azionisti (…)
La Procura ritiene che Berlusconi abbia diretto e utilizzato l’attività di Agrama allo scopo di sottrarre denaro alle società italiane (Fininvest e Mediaset) e allocarlo su conti bancari esteri”.
Tornato in Italia, De Gregorio porta l’appunto del console a Berlusconi, il quale chiede all’avvocato Niccolò Ghedini “se fosse informato della vicenda di Hong Kong”. Lui “rispose di no”.
Parte allora la manovra per bloccare la rogatoria. De Gregorio incontra a Roma l’ambasciatore cinese, Dong Jinyi, che “si mostrò molto contrariato e preoccupato per le doglianze di Berlusconi (…) Mi disse che sarebbe intervenuto sul suo governo per sollecitare Hong Kong a rivedere il via libera alla rogatoria”.
Poi anche Berlusconi incontra l’ambasciatore, mentre De Gregorio nel 2008 contatta Duncan Pescod, rappresentante di Hong Kong presso l’Unione europea.
Anche Pescod gli assicura, a voce e per lettera, che “si era dato da fare nel senso da me richiesto”.
In cambio, De Gregorio promette di impegnarsi per far uscire Hong Kong dai paesi inseriti nella black list e per procurare un incontro con il papa al suo primo ministro.
Alla fine, “la questione sembrava risolta”. Invece non solo Berlusconi viene comunque condannato per frode fiscale nel processo Mediaset, anche senza le carte cinesi, ma ora queste arrivano in Italia nel processo Mediatrade, in cui sono giudicate le presunte frodi fiscali proseguite dopo il 2003.
Quei documenti riguardano le società di Agrama a Hong Kong (Melchers, Meadowview Overseas, Harmony Gold, Wiltshire Trading, Olympus Trading, Renata Investments, Melchers Robotech, Harmony Gold Toys, Byram Enterprises, Gold Company and Supreme Well International, Professional Corporate Services). Potranno portare ulteriori elementi a carico di Agrama.
Quanto a Berlusconi, uscito dal processo Mediatrade con un proscioglimento confermato dalla Cassazione, se dovessero contenere nuovi elementi, scatterebbe l’articolo 434 del codice: in presenza di nuove fonti di prova, il giudice dispone la revoca del proscioglimento e fa rientrare il prosciolto nel processo.
Alla procura di Roma spetterà invece stabilire se il racconto di De Gregorio sulle pressioni per bloccare la rogatoria meriti l’apertura di una nuova inchiesta su Berlusconi e su chi insieme a lui potrebbe aver tentato di azzoppare le indagini milanesi.
Gianni Barbacetto
(da “il Fatto Quotidiano“)
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