DRAGHI: “NUOVI TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA O L’AUMENTO DELLE TASSE SARA’ INEVITABILE”
IL PROSSIMO PRESIDENTE DELLA BCE SI ESPRIME SULLA MANOVRA: “RIFORME STRUTTURALI ESSENZIALI, LA SOLVIBILITA’ DEGLI STATI SOVRANI NON E’ PIU’ UN FATTO ACQUISITO”
Le tasse rischiano di aumentare se non ci saranno altri tagli alla spesa pubblica con la manovra economica.
È il richiamo lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, secondo cui «avendo anticipato le usuali scadenze occorre definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure ulteriori volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. A questo soprattutto guardano oggi i mercati. Esistono rischi – ha sottolineato – che questi provvedimenti distorcano l’impianto della correzione, opportunamente basato sostanzialmente su tagli delle uscite».
«Se non si incide anche su altri voci di spesa – ha aggiunto Draghi all’assemblea annuale dell’Abi – il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-2014 non potrà però evitare un aumento delle imposte».
L’Italia può contare su «fattori favorevoli» per proseguire sulla strada del risanamento dei conti e superare le minacce dell’emergenza. Ma deve trovare “un intento comune, al di là degli interessi particolari e di fazione».
E ancora: «Se non si incide anche su altre voci di spesa, il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-2014 non potrà però evitare un aumento delle imposte».
Questo il monito lanciato dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, nel corso del suo intervento all’assemblea annuale dell’Abi”.
E sugli spread è caustico: «hanno raggiunto livelli visti l’ultima volta nel 2008». Ma oggi le banche che sono intervenute «sono più sane e meno cariche di pesi morti» di allora. La conseguenza?
«Alle tensioni degli ultimi giorni che hanno interessato i titoli di Stato e i corsi azionari italiani ha contribuito l’incertezza sulle prospettive della finanza pubblica».
Ecco perchè «Quelle riforme strutturali invocate per anni sono oggi ancora più essenziali», ha avvertito Draghi nel suo intervento.
Il governatore della Banca d’Italia ha ricordato che «per anni il costo del credito nelle varie parti dell’area euro non si è discostato significativamente da quello prevalente in Germania».
Inoltre «gli spread sui titoli sovrani rispetto al Bund tedesco sono rimasti a lungo su livelli modesti e i tassi praticati dalle banche hanno riflesso la credibilità di cui godevano i titoli pubblici dei paesi dell’euro».
Ma oggi, secondo Draghi, il panorama è cambiato: «Non è nè sarà più così: la solvibilità degli stati sovrani non è più un fatto acquisito ma va guadagnata sul campo con una crescita alta e sostenibile, possibile solo con i conti in ordine».
E il costo del credito «riflette oggi questa nuova condizione: è più elevato per i paesi a bassa crescita e con finanze pubbliche deboli».
Dunque «il prestito di credibilità elergito dai paesi più forti dell’area euro – ha ammonito il governatore – è venuto a scadenza: dovremo crescere senza farvi conto. Quelle riforme strutturali invocate sono oggi ancora più essenziali».
La manovra presentata dal governo rappresenta un passo importante nel processo di risanamento dei conti pubblici.
Gli interventi all’attenzione del parlamento sospingono il processo di riduzione del debito«. Quest’anno, aggiunge, “verrà conseguito un surplus primario significativo; l’anno prossimo si accrescerà ancora, raggiungendo il livello più elevato nell’area dell’euro”, spiega Draghi, promuovendo l’entità della manovra.
“La situazione impone decisioni rapide e coraggiose»: lo afferma, in audizione al Senato sulla manovra, il vicedirettore generale della Banca d’Italia Ignazio Visco.
«Il decreto in discussione in Parlamento accelera il processo si riduzione del debito il cui avvio è previsto nel 2012, permette il sostanziale conseguimento dell’obiettivo di disavanzo fissato per il 2013, riduce ulteriormente lo squilibrio nell’anno successivo portandolo circa all’1% del prodotto. Esso va approvato al più presto. Bisogna anticipare la definizione delle ulteriori misure necessarie a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014».
Nella giornata di ieri il differenziale tra il rendimento dei Btp decennali e quello dei corrispondenti titoli tedeschi ha superato, seppur temporaneamente, i 300 punti base; «nell’immediato i costi sono limitati ma se questi valori persistessero ne deriverebbero oneri ingenti per i conti pubblici».
Lo ha sottolineato il vicedirettore generale della banca d’Italia Ignazio Visco cominciando la sua audizione in Senato davanti alle commissioni Bilancio dei due rami del Parlamento.
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