ECCO LE CONDIZIONI POSTE DA ALFANO A BERLUSCONI PER EVITARE LA SCISSIONE
GUIDA DEL PARTITO, FIDUCIA AL GOVERNO, 50% DI CANDIDATI NELLE FUTURE LISTE ELETTORALI… ALTRIMENTI SONO PRONTI I NUOVI GRUPPI
Eccole le condizioni di Alfano, altrimenti è scissione: la guida indiscussa del Pdl, o di Forza Italia, appena ufficializzato il cambio del nome, e riconosciuta da tutti, a partire dai falchi. L’impegno che la fiducia al governo, a questo punto non è più in discussione.
E “garanzie” sul potere reale, nella formazione delle liste: “Almeno il 50 per cento sia alle politiche che alle Europee”.
Il che significa un ridimensionamento, drastico, del dominus Denis Verdini.
Sono queste le condizioni che Alfano sbatte sul tavolo nel vertice serale a palazzo Grazioli.
E su cui si andrà avanti a oltranza, nei prossimi giorni: prendere o lasciare.
Altrimenti via libera al “piano” della scissione. Che, dopo lo stappo del Senato, è stato proprio Alfano a “congelare” insieme con Maurizio Lupi.
A palazzo Madama ci sono già , nero su bianco le firme di 26 senatori. Un’altra ventina sono terra di conquista.
Alla Camera sono 26.
Adesso però Angelino sente di avere acquistato una forza mai avuta prima e di essere nelle condizioni di poter giocare al rialzo.
La dead line della trattativa è di un paio di giorni. Anche perchè la trama è complessa, e non passa solo per il pallottoliere. Passa anche per Berlino.
Non è un caso che oggi il Cavaliere abbia chiesto ai suoi di verificare che su nome e simbolo Alfano non abbia appigli per fare scherzi.
E alla Camera Brunetta ha già pronto il nuovo nome dei gruppi dei “lealisti” per togliere spazio di manovra ai “traditori”: “Pdl-Forza Italia per Silvio Berlusconi presidente”.
Non è un dettaglio. Il Pdl è nel Ppe, Forza Italia no.
È la cacciata dall’Europa il secondo assalto che Berlusconi vuole ìevitare, dopo la frana di oggi. Teme un’operazione studiata nei dettagli.
È in un clima di sospetto che ormai il Cavaliere si muove sul dossier “Angelino”: “Ci hanno fregato mettendosi d’accordo con quelli che mi vogliono morto” è lo sfogo consegnato dopo la Caporetto del Senato.
Il sospetto diventa odio tra le truppe. Quando i lealisti si riuniscono alla Camera le parole sono di fuoco verso il tradimento di Angelino.
Polverini, Fitto, Gelmini, Carfagna vivono lo strappo con rabbia e dolore: “Ci chiedono di votare la fiducia con una scissione pronta? È un ricatto. Questa ferita non si rimargina”.
Alla Camera l’odio è palpabile. Nè l’intervento di Cicchitto aiuta a rasserenare il clima.
Il suo discorso è l’annuncio del manifesto politico di Angelino. L’idea è ambiziosa. È la rottura e il varo definitivo dell’operazione “Popolo della libertà con Alfano”.
In caso di fine dell’ultima trattativa con Berlusconi.
Per tutta la giornata i pasdaran di Angelino con parole di fuoco tengono aperto il solco che ormai li divide col Cavaliere. Quagliariello, che riunisce tutti i suoi alla fondazione Magna Charta, si mette l’elmetto: “E’ stata sconfitta l’oligarchia del Pdl”.
Roberto Formigoni, il Celeste, fiuta il possibile nuovo inizio da protagonista: “Io sono per costituire subito il gruppo autonomo. E sia chiaro: noi non siamo traditori, siamo i pionieri. Il Pdl dovrà spiegare”.
Solo l’intervento di Lupi e Alfano consente di non formalizzare la scissione in giornata. Anche Berlusconi chiede ai suoi di non far partire troppe raffiche verso i “traditori”.
È stretta la strada della mediazione.
Perchè a questo punto i rapporti di forza tra Alfano e Berlusconi sono mutati. Angelino è pimpante, gasato, sente di aver mostrato il quid: “Non cedo” dice ai sui.
E a Berlusconi pone le sue condizioni.
Fabrizio Cicchitto, il più navigato della compagnia la vede così: “Io margini per ricucire non ne vedo”.
Berlusconi è stanco, provato: “Alfano è come un figlio per lui, questa storia lo ha distrutto”. Tanto che l’ex premier rifiuta di affrontare l’argomento.
L’elaborazione del trauma è ancora lunga. I big del partito gli rimproverano di non aver tenuto il punto sulla sfiducia: “Così — dice uno di loro — è apparsa solo una resa. Il nostro popolo non la capisce. Andare all’opposizione avrebbe avuto un senso, anche perchè questo governo che può fare sui nostri temi? Alfano con 20 transfughi riesce a far cambiare l’agenda su Imu, Iva e tasse a Letta e Epifani?”.
Il solco è profondo. Le condizioni poste da Alfano sono irricevibili, se Angelino non le smussa. Si tratta. A oltranza.
Ma ormai sono già due partiti in uno.
Anche perchè la fiducia reciproca o c’è o non c’è. E ora non c’è più.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply