ELEZIONI SEMPRE PIU’ TRASH: POCHI PROGRAMMI, TANTE ALLUSIONI NELLA PROPAGANDA DEI CANDIDATI
AMMICCAMENTI SESSUALI, GIOCHI DI PAROLE AGGHIACCIANTI, PERSINO FOTO AL CIMITERO…LA CAMPAGNA ELETTORALE HA TOCCATO IL FONDO: DAL “PARTITO DEGLI ANGELI” ALL’ “ASSO DI BASTONI, ALL’INVITO “SCOPIAMO” ECCO I PROGRAMMI DI SPESSORE PER CUI DOVREMMO VOTARLI
Bisogna essere capaci anche a copiare, perchè c’è primavera e primavera
Il candidato del Terzo Polo a Milano, Manfredi Palmieri, ha pensato di guardare al rottamatore Matteo Renzi.
Comun denominatore la giovinezza e allora perchè non parlare di primavera. Solo che Renzi, quando si candidò a sindaco, non aveva messo delle gigantografie di se stesso, ma quelle della città , dei vecchietti, dei bambini down. Palmieri si è limitato alla sua.
E l’effetto primavera è decisamente svanito.
Il leghista Max Bastoni, che concorre per un posto di consigliere comunale a Milano, è il candidato di Mario Borghezio.
E già questo è una garanzia di una campagna elettorale ad effetto.
E infatti il suo manifesto “Per la tua Milano in Comune cala…l’asso” con dietro l’asso di bastoni, lascia il segno.
Quell’asso di bastoni si innalza come un simbolo fallico, anche se con il verbo cala l’effetto è tragicomico.
Se comunque qualcuno nutrisse dubbi sui celoduristi del Carroccio, non si preoccupi. “Bastoni contro l’immigrazione”, tuona su un manifesto il candidato. Nessun equivoco, “non posso farci nulla, ma per tranquillità delle sinistre, chiederò di cambiare le mie generalità . Mi farò chiamare Massimiliano Molotov”, ci rassicura l’asso di Bastoni
Sciura Moratti invece campeggia in quel di Milan.
Vestita in modo diverso a seconda delle situazioni.
Con l’elmetto per lanciare la nuova linea della metro linea 5, in color pastello con gli anziani quando annuncia il raddoppio dei centri di assistenza e poi con la ramazza e il gilet fosforescente, rigorosamente sopra il tailleur sartoriale, per la trasformazione in operatore ecologico.
Letizia modella, con lo smalto sempre intonato, è più patinata del Cavaliere. Miracoli di Photoshop effetto botox.
Visto il momento fortunato della squadra partenopea, i candidati campani si sentono come Cavani.
L’ex presidente di confindustria, Gianni Lettieri, in bianco azzurro lancia lo slogan “Far vincere Napoli”. Il genio della campagna è l’uomo di D’Alema, Claudio Velardi.
Eppure Lettieri è uomo del Pdl. Ma nelle strategie calcistiche poco conta. Come vincere? Prenderà in squadra Fabio Cannavaro.
Pronta la risposta di Mariano Anniciello, candidato del Pd al consiglio comunale, un’enorme olà della curva B dello stadio San Paolo con scritto ” ti amo”. “Amiamo Napoli come amiamo il Napoli” il suo programma elettorale. Quasi da Partito dell’Amore.
Ecco il prefetto Mario Morcone. Candidato sindaco partenopeo. 
Perchè “il futuro è Mo'” con ” nobilità senza miseria”, “orgoglio e giudizio” e ovviamente ” genio e regolatezza”.
Totò risponderebbe “ma mi faccia il piacere”.
Morcone è uomo attento ai suoi sostenitori, a cui permette tramite il sito, di creare nuovi manifesti per raccontare il loro sogno per Napoli.
“Il futuro è Ma’”, replica un tifoso, precisando che si riferisce a Maradona allenatore del Napoli, e così siamo a posto. Almeno al San Paolo.
A Grosseto arriva il neonato Partito del Sud. Il partito che vuole un’alleanza di forze meridionaliste, per una nuova classe dirigente meridionale con a cuore il riscatto del Sud.
Ma i grossetani lo sapranno di far parte del Sud? State attenti che in Maremma sta “per esplodere il Fuoco del Sud”.
Se a Ravenna è pronta in campo la “lista del cimitero”, con gli esponenti ritratti con alle spalle il cimitero della città e l’obiettivo del becchino “Seppelliamo la vecchia politica”, a Modugno è scesa dal cielo, in appoggio al candidato sindaco Giuseppe Vasile, addirittura “La politica degli Angeli”.
L’onorevole Cetto Laqualunque miete proseliti.
” Il partito del Pilu” ha un candidato a Oria, nel brindisino.
Solo che il “Pilu” è l’ acronimo di “Persone libere, indipendenti e unite”, frutto della mente dell’ aspirante sindaco, Francesco Arpa, un ispettore di polizia in pensione.
Luigi Gullo, avvocato candidato sindaco a Patti ha messo un enorme punto interrogativo come manifesto. Nulla da comunicare, se non un punto di domanda. Finalmente una comunicazione chiara.
Pino Carbone, sindacalista candidato sindaco del Pdl di Oria, in provincia di Brindisi, lancia la “grande coalizione riconciliatrice del centrodestra” .
Ci sono tutti Pdl, Fli, La destra, Azione e coraggio e un “non solo …” seguito dal simbolo dei lavori in corso. E’ la “Grande coalizione conciliatrice del centrodestra”.
Tutta la destra e non solo. Qui non cacciamo nessuno. Venite gente, venite.
Per sostenere il suo candidato a Bologna Manes Bernardini, la Lega Nord ha lanciato un nuovo gioco.
Si chiama “Indovina chi è l’ultimo”.
Ci sono gli stranieri in fila pronti a rubare gli alloggi popolari dei bolognesi. Ecco il cinese in pool position, la rom brutta, vecchia, sporca e con tanto di figlio a carico, il negro che si veste come i padani e il terrorista islamico. Ultimo della fila un vecchietto di pura razza petroniana.
Virginio Merola, il candidato del Pd, lancia il suo slogan “Se vi va bene tutto, io NON vado bene”.
Uno slogan piuttosto contorto ed è proprio quel “non” marcato che cattura l’attenzione.
“Non” va bene, tutto qua. Ma le dicotomie nell’uomo di centrosinistra continuano.
” Più arte e meno CO” e c’è da chiedersi cosa c’entri l’arte con il cambiamento climatico.
Il tutto in bicolore, giallo-blu.
Ma non sono i colori della città e nemmeno del Bologna, quella squadra che lui conosce bene e spera “torni in serie A, o forse in B”.
Su tutto campeggia una stella. Prima era rossa e ricordava tanto quella di Virgin Radio. Ma è “perchè lui è rock, mica uno lento”, si sono giustificati quelli del suo staff. Ora la stella è blu e fa tanto “sceriffo” o peggio ancora acqua San Pellegrino.
Non sarà mica gasato? Ma Merola ha raggiunto lo sdoppiamento totale in un’intervista doppia, modello Le Iene.
Virginio Vs Merola, perchè ” se siete indecisi su chi votare fate contenti tutti e due “.
Anche Stefano Aldrovandi, ex manager della multiutility Hera, ha scelto per la sua candidatura una dicotomia. “O così, o Aldrovandi”, su un enorme manifesto.
Da una parte il bianco, dall’altra l’arancione.
L’assonanza con la reclame della passata di pomodoro e il suo “o così o Pomì” è pressochè immediato. Un po’ come quello con l’arancione che fu il colore della campagna di Flavio Delbono.
Giovanni Carusone, candidato alla carica di consigliere comunale di Santa Maria Capua Vetere, per il Partito democratico lancia il suo ” il vostro voto…conSenso di responsabilità “.
Insomma finalmente si è trovato “un senso alla storia” di Bersani, anzi, il conSenso.
Giacinto Marra, detto Giangi ( e ci tiene tanto da scriverlo sui manifesti), presidente di “Azzurri italiani”, si candida a sindaco di Torino.
Il suo è “il partito nè di destra nè di sinistra, quello che rappresenta il movimento del non voto”. Per questo, visto che non votate e non siete nè di destra nè di sinistra, Giangi ci tiene a spiegarvi” non sbagliare fai centro”.
E se non vi avesse persuaso abbastanza Giangi vi offre un allettante invito: “Scopiamo?”. Come rifiutare? Per fortuna in piccolo spiega che vuol scopare la “via la vecchia politica”.
Ma tra centro e richiami al sesso sa tanto di vecchia.
Silvia Beltrami
(da “L’Espresso“)
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