FDI PIGLIATUTTO ALLA CAMERA: PROMOSSO IL TESORIERE AMICO
FRATI CURO’ L’OPERAZIONE MELONIANA DEI SERVIZI
Fratelli d’Italia se la comanda a Montecitorio e non c’è tradizione o prassi che tenga: basta accordi, basta strapuntini da riservare agli altri. Il nuovo corso è da asso pigliatutto: il Palazzo
va occupato e i meloniani sono già a buon punto. L’operazione della società in house – con cui sono stati internalizzati i servizi di ristorazione, facchinaggio, pulizie (prima in appalto a ditte esterne) e soprattutto inaugurato il modo per assumere direttamente le maestranze – è stato l’antipasto.
Dopo cuochi, addetti ai cappotti, parcheggiatori, commessi di rinforzo, da parte dei meloniani è partito il corteggiamento che riguarda il personale assunto per concorso, unico metodo, almeno fin qui, per entrare alla Camera: il questore meloniano Paolo Trancassini, già tra i principali sponsor dell’operazione in house (vedi intervista sotto) nell’ultimo ufficio di presidenza ha avuto la meglio in una partita strategica e che si è conclusa con una proroga solo di pochi mesi e annesso preavviso di sgombero, a partire da gennaio, di due vicesegretari, figure che nell’ambito della geografia del potere interno a Montecitorio sono caselle ambitissime. È la rampa di lancio per la poltrona più ambita: quella del segretario generale, capo supremo dell’amministrazione. Per questo le attuali cinque caselle di vicesegretario valgono oro, un gradino appena sotto il paradiso.
Ebbene, Fratelli d’Italia ha prenotato quella attualmente occupata da Annibale Ferrari (che lavora in stretta connessione con la vicepresidente della Camera Anna Ascani del Pd): al suo posto arriverà Carlo Frati, il tesoriere capo della Camera, ma soprattutto l’uomo che ha reso possibile l’operazione in house di Cd Servizi sì cara a Trancassini.
Non ci sono ancora certezze invece per il secondo vicesegretario che sarà disponibile dopo l’addio di Costantino Rizzuto, altro “figlio” di Ugo Zampetti, deus ex machina per anni della Camera
e oggi al Quirinale al fianco di Sergio Mattarella: come per Ferrari, anche a Rizzuto è stato rinnovato l’incarico, ma solo fino a gennaio.
Ma anche ai piani più bassi Fratelli d’Italia cerca di fidelizzare le truppe. Anche a costo di scivoloni, come quello di cui è stato vittima il vicepresidente della Camera di FdI, Fabio Rampelli, che sfidando il destino ha pensato di proporre un ordine del giorno che si è trasformato in un caso politico: quello che serviva per equiparare i trattamenti della Camera a quelli, più ricchi, del Senato.
Si sa come è finita: i 5Stelle lo hanno accusato di aver tentato il blitz per aumentare gli stipendi ai deputati e lui per giustificarsi ha confessato a cosa doveva servire l’impegno di bilancio: adeguare i trattamenti dei funzionari di Montecitorio che prendono meno dei loro colleghi di Palazzo Madama. “Sono stato accusato da un gruppo di straccioni dei 5Stelle di aver tentato di aumentare di 1.000 euro al mese l’indennità dei parlamentari. Non c’è niente di più falso: ho solo chiesto agli uffici della Camera di stilare un ordine del giorno per equiparare gli istituti comuni di Camera e Senato, ma relativamente al trattamento dei dipendenti ossia dirigenti, documentaristi, archivisti, assistenti, consiglieri perché queste persone una volta assunte hanno fatto altri concorsi o cercato altre soluzioni, ad esempio al Senato o in altre istituzioni dove guadagnavano meglio”.
La manovra è fallita, ma comunque resta agli atti l’impegno e pure l’aver sfidato le polemiche.
(da ilfattoquotidiano.it))
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