FINALMENTE ARRESTATO L’AGENTE ASSASSINO DI MINNEAPOLIS
LO AVESSERO FATTO SUBITO CI SAREMMO RISPARMIATI LA RIVOLTA
“I can’t breathe”. Risuonano in tutta l’America le ultime parole di George Floyd, il 46enne afroamericano morto soffocato dopo che un agente di polizia, che l’aveva fermato, ha fatto pressione col ginocchio sulla sua nuca. Provocando il soffocamento.
E quel “non riesco a respirare” risuona a Minneapolis, la città dove il fatto è successo e dove da tre giorni ci sono manifestazioni, ma si allarga in tutti gli Stati Uniti.
Derek Chauvin, l’ex poliziotto accusato di aver provocato la morte, è stato arrestato e messo sotto custodia dagli investigatori che seguono il caso.
L’arresto arriva dopo che per tutto il giorno in molti – dai manifestanti al sindaco di Minneapolis – si chiedevano perchè fosse ancora a piede libero. Il magistrato competente aveva spiegato che erano in corso valutazioni. Ma che l’incriminazione sarebbe arrivata. E l’accusa è di omicidio colposo.
Inoltre è emerso che i due si conoscevano ed hanno lavorato insieme per molto tempo come addetti alla sicurezza di un night club. Lo afferma Andrea Jenkins, vicepresidente del consiglio comunale della città , in un tweet ripreso dai media Usa. Una conferma – secondo alcuni media locali – è arrivata anche dal proprietario del locale.
Nella città del Minnesota è stato dato alle fiamme nella notte il commissariato dove gli ex agenti, quattro, che hanno fermato Floyd lavoravano. La protesta però dilaga anche a Louisville, a Denver, a New York e in altre città . In nome di George ma anche di tutti gli altri afroamericani uccisi. E contro il razzismo, che puntualmente riemerge e che gli Stati Uniti non riescono a lasciarsi alle spalle.
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