FLOP LICEO DEL MADE IN ITALY, MARCIA INDIETRO DEL PRESIDE A CREMA
NON CI SARA’ IL SORTEGGIO DEGLI. STUDENTI, MA NESSUNO ACCETTA… “SENZA ADESIONI VOLONTARIE NON PARTIRA'”
Ufficialmente non c’è ancora una comunicazione, dopo la
lettera inviata ai genitori. Ma, forse per le polemiche e le proteste sollevate, la marcia indietro è stata almeno annunciata.
Crema, Istituto Munari, una delle scuole in Italia che ha attivato la possibilità per gli studenti di iscriversi al ‘liceo del Made in Italy’, la novità fortemente voluta dal governo Meloni che – come si legge sul sito del ministero dell’Istruzione, “offre un percorso formativo nuovo e completo, integrando scienze economiche e giuridiche con le scienze matematiche, fisiche e naturali. Con il nuovo liceo gli studenti potranno, in particolare, acquisire gli strumenti necessari per la ricerca e l’analisi degli scenari storico-geografici e artistico-culturali, nonché della dimensione storica e dello sviluppo industriale ed economico dei settori produttivi del made in Italy”.
Ma nonostante il battage di questi mesi, al momento delle iscrizioni tra i futuri studenti del Munari solo 1 ha scelto il nuovo percorso (e in tutta la Lombardia sono solo 31 gli allievi di terza media che l’hanno opzionato), mentre 48 hanno preferito l’indirizzo alternativo al Made in Italy, il liceo delle scienze umane opzione economico sociale (Les). A tutte le famiglie dei 48 ragazzi nei giorni scorsi è arrivata una comunicazione dalla scuola che offriva due possibilità: scegliere volontariamente di spostarsi all’altro corso o partecipare al sorteggio con cui sarebbero stati estratti a sorte i 24 studenti necessari per far partire la classe del Made in Italy, così da avere due classi, una di Les e una di Made in Italy.
Proteste dei genitori e dei sindacati – che parlano di “operazione forzata ed ideologica” – hanno portato però in serata, ieri, a una parziale retromarcia del dirigente scolastico Pierluigi Tadi che alla Provincia di Cremona ha inviato una nota: “Stiamo terminando la fase di valutazione delle domande, prevista alla conclusione delle iscrizioni online. Confermo che, senza adesioni volontarie da parte delle famiglie, il liceo del Made in Italy non partirà, ma attiveremo due classi di liceo economico-sociale, come richiesto dalle famiglie”. Niente più sorteggio, quindi, ma una classe che si formerà soltanto in presenza di adesioni spontanee di studenti che dopo aver indicato l’opzione economico sociale dovrebbero cambiare idea e passare al Made in Italy. Forse le proteste, ma più probabilmente il timore di ricorsi al Tar e trasferimenti in massa in altri licei della zona, hanno convinto il preside a tornare sui suoi passi.
Tadi ha aggiunto che, dopo aver ricevuto poche adesioni al liceo Made in Italy, “ho scritto ai genitori degli alunni di economia informandoli che il corso sarebbe andato a morire e che, nel caso, avrebbero potuto trasferire i figli al Made in Italy anche a iscrizioni già chiuse. I genitori non hanno accettato e così tutti restano nell’indirizzo economico e per il Made in Italy se ne riparlerà”.
(da agenzie)
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