FLORIS: “I POLITICI DI OGGI SONO QUARANTENNI SUPERFICIALI E IMPREPARATI, PER QUESTO TORNANO I “VECCHI””
IL GIORNALISTA ANALIZZA IL RITORNO DI BERLUSCONI (E NON SOLO)
In una lunga intevista sul Corriere della Sera Giovanni Floris analizza il problema, secondo lui, della politica italiana: i nuovi quarantenni impreparati, così tornano i leader di un tempo.
Ecco alcuni passaggi chiave dell’intervista con Aldo Cazzullo.
Come farà a raccontare la politica, nel momento di massima disillusione?
“Di solito si dice che non ci sono più i politici di una volta; ma ora ci sono solo quelli di una volta. Vede bene Giannelli, quando sul Corriere disegna Renzi agli esami di riparazione. Ecco, siamo già alla prova d’appello, all’ultimo grado di giudizio per una generazione che ha appena iniziato a guidare il Paese. Sono giovanissimi; ma hanno dato spesso un’immagine non bella di sè”.
Quale immagine?
“Immaturità , superficialità , impreparazione, improvvisazione nell’affrontare i problemi. Rischiano di essere ricordati come approssimativi, sempre a caccia di scorciatoie. Alla ricerca della battuta brillante per ovviare alla mancanza di competenza
Sta facendo il ritratto di Renzi?
“Non solo. Penso a un’intera generazione di imprenditori, di tecnici presentati come geni assoluti e poi liquidati con grande velocità , di sindaci anche bravi che però affrontano quasi con goliardia questioni serissime come il terrorismo. Sembrano tutti schiacciati dall’ombra di Berlusconi. Quando lui ha iniziato, loro erano ragazzi; eppure non hanno saputo inventare nient’altro”.
È un fallimento che coinvolge anche la sua generazione, Floris?
“È il rischio di un fallimento. Ma purtroppo sì. E dire che noi nati negli Anni 60 e formati negli 80 avevamo un grande vantaggio: eravamo liberi dalle ideologie. Non abbiamo odiato i comunisti nè i fascisti. Abbiamo visto crollare il pentapartito, trasformarsi il Pci e l’Msi, nascere Forza Italia e il Pd; e tutta questa cultura politica viene liquidata con qualche frase a effetto e qualche spiritosaggine? Si può con tanta facilità tornare all’errore del partito personale?”.
(da “Huffingtonpost”)
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