GENOVA, A RIPULIRE IL TUNNEL DI CASTELLETTO CI SONO ANDATI PROFUGHI E ALUNNI
I SOVRANISTI HANNO DA PENSARE ALLE POLTRONE E A CACCIARE GLI IMMIGRATI, DEL DEGRADO REALE SE NE FOTTONO
I migranti richiedenti asilo e i bimbi delle scuole insieme per rimettere a nuovo il tunnel pedonale tra corso Magenta e via Acquarone.
A unirli ci ha pensato un gruppo di mamme che ogni giorno percorre quella galleria a Castelletto per portare i figli a scuola.
«Abbiamo lavorato per quasi due anni in questo progetto finanziato da Amiu e promosso dal municipio Centro Est con la collaborazione delle scuole dell’Istituto comprensivo Castelletto e della cooperativa Agorà – dice Isabella Patrignani, rappresentante del comitato spontaneo per la riqualificazione del tunnel Corso Magenta Via Acquarone – La galleria era ridotta in uno stato pietoso, deturpata da sporcizia di ogni tipo e graffiti. Alla fine siamo riuscite a centrare l’obiettivo, ripulendo tutto con il coinvolgimento di tantissimi cittadini che hanno voluto darci una mano».
L’opera di pulizia, avvenuta sabato e domenica scorsi, è solo una parte del progetto di riqualificazione: «Per prima cosa bisognava riportare a nuovo il tunnel, praticamente irriconoscibile tanto era rovinato – dice Patrignani – Adesso si tratta di abbellire questo spazio, con l’intervento dei 400 bambini delle scuole coinvolte: Mazzini, San Paolo e Bertani. Insieme hanno realizzato dei quadri con materiali riciclati, dai tappi di sughero alle bottiglie di plastica. Le loro opere saranno esposte nella prima parte della galleria. Nel tratto verso via Acquarone dovrebbero essere realizzati dei graffiti che vorremmo far realizzare a un gruppo di writer che ha decorato uno dei piloni della Sopraelevata nell’ambito del progetto artistico Walk The Line. Siamo molto contente perchè abbiamo coinvolto i più giovani in questo lavoro facendoli partecipare a un’operazione su una struttura che loro utilizzano tutti i giorni e che fa parte della nostra città ».
“Dopo aver fatto una festa nel quartiere per parlare a tutti delle nostre idee. nel giugno del 2016, abbiamo individuato le fasi dell’intervento: i laboratori dei ragazzi per la produzione dei quadri con l’utilizzo di materiali da riciclo e il coinvolgimento dei richiedenti asilo ospitati nelle strutture di Agorà per il lavoro di pulizia. Sono poi seguiti mesi per ottenere le autorizzazioni, reperire i materiali per pulire, pensare al restyling».
I dieci migranti che hanno effettuato l’intervento, insieme a una trentina di volontari, sono stati messi in regola in collaborazione con la piattaforma Start Refugees. L’ultima parte del progetto – la posa dei quadri – avverrà a breve: «È stata un’esperienza molto bella – dice il volontario Francesco Ferrari – Un grande esempio di senso civico e di vera integrazione».
(da “il Secolo XIX”)
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