GIORGIA MELONI PREMIATA DA ELON MUSK NEL GELO DELL’ATLANTIC COUNCIL: AL THINK TANK NEWYORCHESE HANNO PRESO MALISSIMO LA DECISIONE DELLA DUCETTA DI FARSI PREMIARE DAL MILIARDARIO TRUMPIANO
LA REGINA DELLA GARBATELLA, CON IL SOLITO TRIPUDIO DI FACCETTE, FA UNO SHOW NAZIONAL-SOVRANISTA E CITA MICHAEL JACKSON… “E’ PIU’ BELLA DENTRO CHE FUORI”: MA IL CONTROLLO SULLA PERCENTUALE DI COCAINA NON ERA PREVISTO
Non guarda mai i fogli, non le serve. «Sto iniziando con l’uomo nello specchio. Gli sto chiedendo di cambiare la sua strada». La donna che si guarda allo specchio è la ragazza della Garbatella che sale su un palco della serata di gala dell’Atlantic Council di New York per ricevere il Global Citizenship Award, e canta l’elogio del nazionalismo occidentale. «Non dovremmo vergognarci di usare e difendere parole e concetti come Nazione e Patriottismo. Perché significano più di un luogo. Significano uno stato d’animo a cui si appartiene condividendo cultura, tradizioni e valori».
Elon Musk annuisce orgoglioso seduto al suo posto, allo stesso tavolo di Meloni. Poco prima era stato lui, l’inventore di Tesla e padrone di X, a chiamarla sul palco dello Ziegfeld Theatre e a consegnarle il premio, come da espresso desiderio della premier.
L’introduzione è breve, e il miliardario accolto da pochi e freddi applausi sembra più emozionato che spavaldo come al solito: «È un onore essere qui per consegnare questo premio a una persona che è addirittura più bella dentro che fuori».
La premier italiana e l’uomo più ricco del mondo, il visionario che vuole portare l’umanità nello spazio. La paladina dei sovranisti e l’imprenditore che è diventato il miglior alleato e finanziatore di Donald Trump, una sorta di superlobbista della destra americana ed europea, difensore delle ricette anti-migranti del governo italiano.
La serata è l’occasione per un show di rivendicazioni. Radici e appartenenza. «Come popoli occidentali, abbiamo il dovere cercare la risposta ai problemi del futuro avendo fede nei nostri valori: una sintesi nata dall’incontro tra la filosofia greca, il diritto romano e l’umanesimo cristiano».
La democrazia, la vita che è sacra, lo stato laico e basato sullo stato di diritto sono le grandi conquiste su cui non si può retrocedere. «Sono valori di cui dovremmo vergognarci?» si chiede Meloni, convinta che «il patriottismo sia la migliore risposta al declinismo».
C’è da dire che secondo inchieste della procura americana e della magistratura di diversi Paesi, quei troll di matrice russa sono stati spesso usati a favore di Trump e degli altri soci nazionalisti europei di Meloni. Come hanno anche trovato una patria nella nuova realtà social di Musk, dove il controllo sulle fake news è fortemente allentato
«Ricordare chi siamo», non perdere mai questa consapevolezza, è la vera arma con cui – sostiene la leader – l’Occidente si può difendere dai suoi nemici. Meloni cita Giuseppe Prezzolini – amatissimo dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano Roger Scruton, e l’ex presidente repubblicano Ronald Reagan. Riferimenti immancabili per la destra italiana, sicuramente più coerenti con l’ideologia di casa rispetto al genio di Michael Jackson che danzando come fosse sulla Luna cantava “We are the World” e insegnava che «tutti noi dovremmo dare una mano soccorritrice» e «salvare vite».
(da agenzie)
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