GRILLO A TORRE DEL GRECO CON DI MAIO MA SEGNA ORMAI UN DISTACCO DAL MOVIMENTO
DAL PALCO NON PARLA DI POLITICA, MA DI CERN, RINNOVABILI E CITTA’-STATO
È la giornata più difficile della campagna elettorale di Luigi Di Maio. Una giornata tutta spesa nella sua terra, dalla Napoli bene a Scampia, da Torre del Greco alla sua Portici. I suoi lo idolatrano, non riesce a muoversi per le interminabili richieste di selfie. Ma appena mette il naso fuori dal suo popolo, la bomba rimborsopoli fa sentire tutta la sua onda d’urto.
Quando arriva a Scampia, nella palestra dove Pino Maddaloni contende i ragazzi alla camorra, svicola alcuni contestatori ed esordisce così: “Io ho avuto rispetto per i vostri soldi, ho rinunciato alle mie indennità , ho restituito fino all’ultimo centesimo”. La gente della periferia più famosa d’Italia lo applaude, lo investe con un’onda d’affetto. È la prima volta che il frontman 5 Stelle fa entrare i maledetti scontrini nei suoi incontri pubblici. Poco prima, davanti ai microfoni, aveva tuonato: “Cacceremo le mele marce”. Ma non basta. Di Maio ha bisogno di essere rinfrancato dalla sua gente.
La situazione non è delle più semplici. Potrebbero mancare all’appello molti più soldi di quanto preventivato. Fino a un milione e mezzo di euro. E a fare i furbetti potrebbero essere stati alti parlamentari tra i più vicini alla leadership. La comunicazione è in fibrillazione. Passa la linea dura. Durissima: “Chi ha sbagliato verrà cacciato, noi non lo facciamo ministro”. La preoccupazione, il nervosismo nell’entourage del candidato premier è percepibile. A microfoni spenti la difesa: “Sono pochi soldi rispetto al totale versato, e sono regole nostre, non c’è nessun illecito”. Ma anche l’ammissione: “È uno di quei argomenti a cui i nostri elettori sono più sensibili”.
Nella terra di Di Maio si incrocia tutto, tutto si annoda. L’amore della sua gente, la crisi più dura. Ma anche il ritorno di Beppe Grillo su un palco del Movimento. Succede quasi per caso, in una piazzetta di Torre del Greco spezzata a metà da un ulivo e da un gazebo, con la gente arrampicata su monumenti e sulle scale di una chiesa, perchè a parte le prime file non si vede nulla. Colpisce la piazza. Nel 2013 le facce giovani dominavano la scena. Oggi sono tantissime le famiglie, gli anziani, le persone di mezza età . Nessuno qui in Campania sembra rimpiangere lo Tsunami tour. Ma è indubbio che i tempi sono cambiati. Più complicati, meno limpidi: la maturità , insieme ai pregi, ha portato co sè anche tutti i fardelli del caso.
Le traiettorie del fondatore e dell’ex delfino si sfiorano tutto il giorno senza mai toccarsi. Elemento significativo nella narrazione di questa fase del Movimento. Grillo è in città dal mattino, ma non si vede al teatro Sannazzaro di Chiaia dove Di Maio presenta i candidati napoletani.
Poi va a mangiare da Michele, tra le più famose pizzerie della città (solo margherita e marinara) con parte dello staff. Pranzi separati, pomeriggi separati, fino all’incrocio, quando ormai sono le 19.30, a Torre del Greco. Tutto come da programma. La crisi dei rimborsi non ha spostato di un millimetro l’agenda del fondatore, che sul palco viene ancora presentato come “il leader del Movimento”.
Il discorso di Grillo è lunare: va dal condominio “costruito sopra il Cern, perchè è alimentato da una dispersione di calore”, ai “referendum settimanali per decidere dove vanno le vostre tasse”, dal mondo che si decentra e torna alle città -Stato ai problemi dei portuali di Torre del Greco, fino alle normative europee non applicate. Dieci minuti scarsi.
Dieci minuti in cui a parte una puntura di spillo per parte (Pd e Berlusconi) non c’è nulla della campagna elettorale. Nessuna difesa sui rimborsi, nessuna parola sulla premiership di Di Maio.
Se si chiudono gli occhi, si potrebbe essere in una qualunque piazza d’Italia nel 2007 o nel 2008, agli albori del Movimento. Quando si parlava di ambiente. Quando si discuteva di rinnovabili e di sviluppo sostenibile. Quando l’Europa era il principale avversario delle piccole realtà locali. Quando c’era, insomma, il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo.
Quello che oggi non c’è più.
A sera Di Maio torna fra la sua gente. Un bagno di folla in un palazzetto dello sport di Pomigliano così pieno che circa trecento persone rimangono fuori. C’è chi un po’ deluso se ne va, chi prova a scavalcare, chi rimane al freddo ad aspettare che In frontrunner 5 stelle esca. Circa 2000 persone, fra chi è riuscito a entrare e chi no, dice un funzionario di polizia. Vengono presentati i candidati nei collegi uninominali.
L’applausometro premia lo spin doctor Vincenzo Spadafora e il deputato uscente Salvatore Micillo, autore della legge sui reati ambientali. Poi tocca a Di Maio: “Sono orgoglioso di rivedere tanti di quegli occhi con cui ho iniziato dieci anni fa. Guardate quanto abbiamo costruito”. Avvolto dalla sua gente, rimangono fuori le polemiche su rimborsopoli, sembra lontanissimo il mancato show di Grillo. È la sua sera.
Domani si ricomincerà a ballare. E non poco.
(da “Huffingtonpost”)
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