I DATI GIMBE: “VACCINAZIONE COMPLETA SOLO PER IL 28% DEGLI OVER 80, NESSUN DATO SUI FRAGILI, SIAMO ULTIMI IN EUROPA”
PANDEMIA IN LIEVE RALLENTAMENTO MA ALLERTA TERAPIE INTENSIVE IN 13 REGIONI
L’epidemia rallenta leggermente, cala il numero dei positivi, ma cresce quello dei morti e aumenta la pressione del virus sugli ospedali.
Sul piano della campagna vaccinale, solo il 28,3% degli over 80 ha ricevuto le due iniezioni completando il ciclo (il 27,4% ha ricevuto solo la prima dose), l’immunizzazione della fascia d’età 70-79 anni è appena cominciata e mancano dati sulle persone fragili.
È quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sui dati della settimana tra 24 e 30 marzo.
A fronte di un incremento dei morti (3.000 in una settimana, da 2.878), si mantengono stabili i numeri dei contagiati (562.832 da 560.654) e delle persone in isolamento domiciliare (529.885 da 528.680), crescono i ricoveri nei reparti ordinari (29.231 da 28.428) e nelle terapie intensive (3.716 da 3.546).
In 9 Regioni l’incremento dei nuovi casi è ancora in crescita, soprattutto in Calabria, Liguria, Sardegna e Valle D’Aosta, in 10 Regioni aumentano i casi dei contagiati.
Intanto la campagna vaccinale procede a rilento. Al 31 marzo risultano consegnate alle Regioni 11.247.180 dosi, pari al 71,7% delle dosi previste per il primo trimestre 2021.
Hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 3.143.159 milioni di persone (5,3% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 6,9% della Provincia Autonoma di Bolzano al 3,9% della Sardegna.
Degli oltre 4,4 milioni di over80, 1.274.567 (28,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.212.019 (27,4%) hanno ricevuto solo la prima dose. Delle oltre 5,9 milioni di persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni solo 106.506 (1,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 481.418 (8,1%) hanno ricevuto solo la prima dose, anche qui con notevoli difformità regionali.
L’Italia è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, e nella fascia 70-79 anni si colloca a fondo classifica: lo certifica anche il monitoraggio dell’Ecdc, il Centro europeo la prevenzione e il controllo delle malattie.
Gimbe richiama l’attenzione sui soggetti estremamente vulnerabili e portatori di disabilità gravi. “Al momento la rendicontazione del database ufficiale non prevede una specifica categoria”, si legge nel report della Fondazione.
E il presidente Nino Cartabellotta fa notare: “Non si può escludere che nella categoria denominata “Altro”, con oltre 1,4 milioni di dosi (14,4% del totale delle somministrazioni), rientri un certo numero di soggetti fragili”, sottolineando che “i vaccini rappresentano la via maestra per uscire gradualmente dalla pandemia” e che “resta da fare luce su 873.787 (60,4%) dosi somministrate a soggetti di cui non è possibile rilevare altre indicazioni di priorità ”.
(da agenzie)
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