I MIGRANTI VALGONO L’8,8% DEL PIL E SONO SEMPRE PIU’ IMPRENDITORI
IN TANTI SVOLGONO LAVORI NON QUALIFICATI… ANCORA DIFFUSO LO SFRUTTAMENTO
Altro che palla al piede.
I migranti, per l’Italia, sono una ricchezza: producono l’8,8% del Pil, pari ad oltre 123 miliardi di euro.
È il dato che emerge dal Dossier Caritas/Migrantes “Migranti, attori di sviluppo“, presentato al Conference center di Expo.
La paga dei migranti resta più misera di quella, sempre bassa, degli italiani: in media un italiano al mese guadagna 1.326 euro, un cittadino comunitario ne prende 993, gli extracomunitari in media 942.
In questo pesano i casi di sfruttamento legati ad alcuni settori come quello del cibo: una delle contraddizioni che emerge maggiormente in questo rapporto presentato nell’Expo dell’alimentazione.
Secondo i dati raccolti dalle diverse esperienze della Caritas nelle campagne italiane, un migrante per raccogliere frutta arriva ad essere pagato anche un euro all’ora.
Per i migranti è ancora necessario svolgere lavori non qualificati. Lo fanno il 35,9%, contro il 7,8% degli italiani.
Forse anche questo contribuisce a mantenere più alto il tasso di occupazione rispetto agli italiani.
Per quanto il contesto generale veda una live flessione degli occupati rispetto all’anno precedente (-0,1%) il trend è positivo per comunitari e non comunitari, che aumentano rispettivamente del 4,6% e del 3,5%.
Ma gli stranieri in Italia sono sempre più imprenditori: l’ultimo dato disponibile è di Unioncamere e risale al 2013.
Segna in un anno un aumento del 4,5% arrivando a un totale di quasi 316 mila imprese. La maggior parte è in Lombardia (18,6% del totale nazionale), seguita dalla Toscana (10,3%), dal Lazio (10,7%) e dalla Emilia Romagna (9,5%).
Aumentano anche i nuovi italiani (dato 2012): sono 65.383, di cui 14.728 sono persone originarie del Marocco e 9.493 dall’Albania.
Le due provenienze rappresentano da sole più del 40% dei nuovi italiani.
La popolazione straniera censita nel 2014 è di 4,92 milioni ma le proiezioni Istat per la fine del 2015 prevedono di sfondare il muro dei 5 milioni.
La Lombardia ne ha più di un quinto: 1,12 milioni, seguita dal Lazio a 616mila e Veneto a 514mila.
Il lavoro è la prima causa di migrazione (48,2% dei permessi di soggiorno rilasciati) seguito dalla famiglia (40,8%).
Quasi quattro ricongiungimenti familiari su dieci riguardano uomini: un dato nuovo che sottolinea come l’immigrazione sia sempre più femminile.
Terzo motivo, in forte aumento, è la richiesta di protezione umanitaria o di asilo politico, che riguarda il 4,8% degli stranieri in Italia.
Fino all’ultimo rapporto, il quarto motivo era lo studio. Tra i motivi per cui si chiede protezione, acquistano sempre più spazio carestie e fughe da crisi alimentari, tanto che il rapporto dedica un capitolo agli “eco-profughi”.
Il settore dell’accoglienza, con gli ultimi arresti di Mafia Capitale, si dimostra ancora una volta uno dei più rischiosi.
Il dossier Caritas/Migrantes ricorda poi che l’Italia non è l’unica meta dei migranti.
Anzi, è undicesima per numero di persone accolte al mondo.
Primi sono gli Stati Uniti, seguiti da Russia e Germania.
Asia ed Europa insieme accolgono il 62% dei 232 milioni di migranti che si muovono nel mondo.
Dal 1990 la crescita delle migrazioni globale è del 50,2%. Il rapporto poi che il mercato delle rimesse è sempre più vasto: nel 2014 sono stati 435 miliardi di dollari.
Un quinto delle rimesse mondiali è diretta alla Cina, il 15,7% alla Romania e il 6,3% al Bangladesh.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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