IL CENTRODESTRA IN VENETO E’ IN AUTOCOMBUSTIONE, NON C’E’ SOLO ZAIA A PROMETTERE BATTAGLIA AGLI ALLEATI: ORA ANCHE TAJANI PUNTA I PIEDI E SMENTISCE QUALUNQUE ACCORDO PREVENTIVO SUGLI ASSESSORATI
FORZA ITALIA NON SI ACCONTENTERÀ DI UN SOLO INCARICO E PRETENDE LA SANITÀ PER FLAVIO TOSI, CANDIDATO COME CAPOLISTA IN TUTTE LE PROVINCE VENETE – PECCATO CHE FDI PUNTI AL 30% PER RIVENDICARE UNA LARGA PRESENZA IN GIUNTA (A PARTIRE DA VICEPRESIDENZA E ASSESSORATO ALLA SANITÀ)
Se Luca Zaia promette battaglia per dimostrare di non essere un problema, Antonio Tajani mette le mani avanti e detta le sue
condizioni: non c’è alcun accordo preventivo sugli assessorati, Forza Italia di sicuro non si accontenterà di un solo incarico e, comunque, dovrà avere almeno quello alla Sanità per Flavio Tosi, già sindaco leghista di Verona (poi espulso), ora deputato europeo, candidato come capolista in tutte le province venete.
Insomma, quella del centrodestra in Veneto si preannuncia come una campagna elettorale caldissima. E paradossalmente, più che contro il centrosinistra unito che ha affidato a Giovanni Manildo l’impresa assai complicata di espugnare la roccaforte, dentro la coalizione.
La competizione tra FdI, Lega e FI è già agguerrita ancor prima di aver depositato le liste per la sfida del 23 e 24 novembre[…] è un tutti contro tutti […] Il partito di Giorgia Meloni, avendo dovuto accettare di lasciare alla Lega il candidato presidente, punta a ripetere l’exploit delle Europee 2024 (quando sfiorò il 29%) per rivendicare una larga e decisiva presenza in giunta (a partire dal vicepresidente ma anche dall’assessore alla Sanità).
La Lega conta sulla discesa in campo di Zaia per accorciare le distanze da FdI e poter così mantenere una solida rappresentanza nell’esecutivo regionale. E Forza Italia non fa mistero di ambire ad un risultato in doppia cifra da mettere sul piatto per una più equa ripartizione a tre (senza dimenticare Noi moderati) delle deleghe.
(da agenzie)
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