IL COPRIFUOCO NON ARGINA LE PROTESTE MENTRE TRUMP PARLA DI “LEGGE E ORDINE”: SE NEGLI USA CI FOSSERO, LUI SAREBBE IN GALERA DA ANNI
ARRESTATA ANCHE LA FIGLIA DEL SINDACO DI NEW YORK CHE PARTECIPAVA ALLA PROTESTA…VENERDI SERA TRUMP SI E’ RIFIUGIATO NEL BUNKER PER PAURA DELL’ASSEDIO ALLA CASA BIANCA
A meno di due ore dall’entrata in vigore del coprifuoco, migliaia di persone si sono radunate davanti alla Casa Bianca per protestare contro la morte di George Floyd. L’edificio è blindato dal Secret service e dalla Guardia nazionale. La polizia ha usato i lacrimogeni, le granate stordenti e gli spray urticanti per rispondere al lancio di oggetti da parte di alcuni manifestanti, che protestano non solo contro la morte di George Floyd ma anche contro il presidente.
. Trapela nel frattempo che gli agenti del Secret Service hanno portato il presidente americano Donald Trump in un bunker sotterraneo della Casa Bianca per quasi un’ora venerdì sera, quando la protesta per la morte di George Floyd si è infiammata davanti alla presidenza, scrive il New York Times, citando una fonte a conoscenza diretta dell’episodio.
Non è chiaro se anche Melania e il figlio Barron siano stati condotti nel bunker con lui.
Arrestata anche la figlia del sindaco di New York. Nuova, imponente manifestazione di protesta a New York. Migliaia di persone sono scese in piazza, in particolare a Manhattan e a Brooklyn.
Chiara de Blasio, la figlia 25/enne del sindaco di New York, è stata arrestata sabato sera in una protesta a Manhattan, scrive il New York Post, citando le forze dell’ordine. La giovane è finita in manette dopo che la polizia ha dichiarato illegale un assembramento tra la 12ma strada e Broadway, dove erano scoppiati alcuni tafferugli ed erano state bruciate auto delle forze di sicurezza.
Oggi Trump “vede” i governatori. Donald Trump in videoconferenza con i governatori Usa, i rappresentanti delle forze dell’ordine e i dirigenti della sicurezza nazionale sul mantenimento della sicurezza delle comunità , sullo sfondo delle proteste per la morte di George Floyd. Lo prevede il programma della Casa Bianca. “Legge e ordine” twitta il presidente Usa. “Diventate duri, sindaci e governatori democratici. Queste persone sono anarchiche. Chiamate la nostra Guardia Nazionale ora. Il mondo sta guardando e ridendo di voi e di Sleepy Joe. E’ questo che l’America vuole?”.
.Poliziotti licenziati ad Atlanta. Due poliziotti di Atlanta sono stati licenziati per uso eccessivo della forza nelle proteste. La sindaca afroamericana Keisha Lance Bottoms si era detta turbata da un video in cui un giovane veniva colpito con una pistola taser e una donna veniva trattata malamente.
Il pugno alzato dello sport. La protesta dilaga, anche nello sport. Da Lebron James ai tweet di Kylian Mbappè, da Naomi Osaka ai sei giocatori Nba che hanno manifestato per strada tra la folla, dai calciatori della Bundesliga che si sono inginocchiati ‘alla Colin Kaepernick’ o hanno mostrato la scritta “giustizia per George Floyd” dopo aver segnato, il mondo dello sport è in prima fila nelle manifestazioni per la morte dell’afroamericano bloccato a terra con un poliziotto che gli stringeva il collo col peso del corpo. Tra tutte le immagini della protesta dello sport resterà quella di Tyson Carter, campione del Superbowl 2008, in versione Black Panther, a pugni alzati come Tommie Smith. Lo ha scritto Kareem Abdul Jabbar (icona degli afroamericani) sul LA Times: “il virus del razzismo che infetta questo paese è più mortale del Covid-19″ e la gente di colore non ne può più. Violenza e saccheggi sono da stigmatizzare, ma la misura è colma perchè “la principale preoccupazione della gente di colore in questo momento – scrive Jabbar – è che i loro figli, mariti, mogli, fratelli e padri rischiano di essere assassinati dalla polizia solo per essere andati a fare una passeggiata o per essersi messi alla guida”. E allora basta,grida lo sport americano, e pugno al cielo, mentre in Germania, su un campo di calcio, il Borussia ne fa cinque al Paderborn e un inglese e un marocchino, Sancho e Hakimi, mostrano la maglietta con la scritta “Giustizia per George Floyd” dopo aver segnato. Questa volta, è la tesi di Jabbar, il Presidente Donald Trump non potrà far finta di niente.
Parla anche Michael Jordan: “Mi sento molto rattristato ma anche decisamente arrabbiato, e sono con coloro che stanno protestando contro il razzismo insensato che c’è nel nostro paese nei confronti della gente di colore. Ma ora ne abbiamo avuto abbastanza”. La leggenda del basket scrive un post su Twitter: “Le nostre voci, tutte insieme, devono mettere pressione ai nostri leader affinchè cambino le leggi, oppure dobbiamo usare il nostro voto per provocare il cambiamento. Ognuno di noi deve essere parte della soluzione”.
(da agenzie)
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