IL CSM SFIDA IL GOVERNO SUL CASO ALMASRI: DOPO LE BORDATE DI NORDIO CONTRO IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, ALCUNI CONSIGLIERI DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI MAGISTRATURA HANNO CHIESTO L’APERTURA DI UNA PRATICA A TUTELA DELLE TOGHE
L’ITALIA DOVRÀ RISPONDERE DELLA LIBERAZIONE DEL TORTURATORE E ASSASSINO LIBICO ALMASRI ANCHE DAVANTI ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO… LA NOTIZIA ARRIVA POCHI GIORNI DOPO LA DECISIONE DEL PARLAMENTO DI NON CONCEDERE L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE PER NORDIO, PIANTEDOSI E MANTOVANO… NEL FRATTEMPO LA MAGGIORANZA PROVA A SCUDARE LA CAPA DI GABINETTO, GIUSI BARTOLOZZI
Alcuni consiglieri del Csm hanno chiesto l’apertura di una pratica a tutela in favore del tribunale dei ministri di Roma dopo le dichiarazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio in seguito al no espresso dalla camera dei deputati alla richiesta di autorizzazione a procedere per il caso Almasri.
“I sottoscritti consiglieri – si legge nella richiesta sottoscritta dai togati di Area, Unicost e Md oltre ai laici Carbone, Romboli e Papa -, fermo restando la Funzione Giudiziaria, devono purtroppo osservare come ancora una volta siano stati platealmente superati i limiti di continenza propri di quel diritto grazie ad affermazioni che per il loro contenuto irrisorio e per l’eccezionale diffusione mediatica hanno arrecato grave ed evidente turbamento alla credibilità dell’ordine giudiziario”.
Dopo la Cpi de l’Aja, la Corte europea dei diritti dell’uomo. L’Italia dovrà rispondere della liberazione del torturatore e assassino libico Almasri anche davanti alla Cedu: la Corte ha infatti dichiarato ammissibile, registrando formalmente la domanda, il ricorso presentato da un migrante vittima di tortura durante la sua detenzione illegale in Libia. «Per la prima volta, la Corte europea dei diritti dell’uomo esaminerà il rifiuto di uno Stato di consegnare un sospettato di tortura e omicidi, ricercato su mandato di arresto della Cpi.
La vita del ricorrente è stata messa in grave pericolo non solo per mano di Almasri mentre era detenuto in Libia, ma anche per l’inadempienza dell’Italia ai propri obblighi giuridici che ha portato alla mancata consegna del sospettato», spiega Chantal Meloni, una dei legali che rappresentano il ricorrente in Italia.
La notizia dell’istruttoria alla Cedu arriva pochi giorni dopo la decisione del Parlamento di non concedere l’autorizzazione a procedere per i tre ministri. Nel frattempo la maggioranza prova a scudare la capa di gabinetto, Giusi Bartolozzi: ieri i capigruppo di maggioranza hanno scritto al presidente della Camera per avviare l’iter che porta al conflitto di attribuzione con il tribunale dei ministri e la procura di Roma che non hanno ritenuto di estendere l’immunità anche a Bartolozzi.
(da agenzie)
Leave a Reply