IL DECRETO GENOVA SENZA BANDO PUBBLICO CI PORTERA’ A UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE
L’ASSEGNAZIONE DIRETTA DI UN APPALTO VIOLA LE NORME EUROPEE E SI CONFIGURA COME AIUTO DI STATO… TANTO PAGA IL CONTRIBUENTE
Il Decreto per Genova sarà un modo per andare in guerra con l’Europa? Mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dice che il provvedimento è in dirittura d’arrivo, ma la verità è che per partorirlo, in attesa dell’ok del Quirinale che non sembra scontato, si sono dovuti risolvere molti problemi tecnici e il rischio è che le norme ne aprano altri.
Il sottosegretario alle Infrastrutture leghista Edoardo Rixi ha spiegato oggi alla Stampa che nel decreto è presente la possibilità di attribuire al commissario per la ricostruzione il potere di assegnare un appalto a un’impresa senza passare da un bando pubblico.
Per eliminare Autostrade dalla partita — volontà ribadita ieri dal ministro Riccardo Fraccaro — nonostante la concessione non sia ancora decaduta.
«Ma anche perchè se così non fosse, dovremmo indire una gara europea per la quale sono necessari almeno diciotto mesi — spiega Rixi -. E seguendo la procedura, i lavori per il ponte non inizierebbero prima di tre anni».
Il problema, però, è che se Bruxelles non accetterà di andare in deroga alle procedure, l’assegnazione diretta di un appalto potrebbe configurarsi come aiuto di Stato alle imprese. «In questo caso, saremmo pronti ad andare incontro a una procedura di infrazione», avverte il sottosegretario leghista alle Infrastrutture.
L’eroismo di Rixi (sotto processo per peculato) pronto ad affrontare una procedura d’infrazione, è ammirevole.
Soprattutto perchè le eventuali conseguenze per un caso del genere non andrebbe a pagarle lui, ma lo Stato italiano in caso di condanna.
(da agenzie)
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