IL LAGER DI CASTELLER, L’ENNESIMA VERGOGNA DEL TRENTINO
LA DENUNCIA DEGLI ANIMALISTI E LA RELAZIONE DEI CARABINIERI SUL SITO DOVE VENGONO DETENUTI GLI ORSI CATTURATI
Adesso l’orsa JJ4 attende il suo destino, ovvero a quello che decideranno i giudici della sezione unica del Tribunale Amministrativo di Trento nell’udienza prevista l’11 maggio prossimo. L’orsa JJ4 è stata catturata alle ore 23 di ieri sera
In “attesa di giudizio” e forse di abbattimento l’orsa JJ4 si trova presso il centro faunistico del Casteller a Trento Sud dove già si trova’M49, l’esemplare ‘globetrotter’, autore di fughe e soprannominato Papillon dall’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa. L’orsa JJ4, 17 anni, è figlia di Joze e Jurka, esemplari portati in Trentino dalla Slovenia nei primi anni 2000.
Il Casteller è una struttura da sempre criticata dagli animalisti che l’hanno definita un “lager”, tanto che per protesta alcuni gruppi nel febbraio del 2021 tagliarono le recinzioni dell’area. E filmarono con un video denuncia le gravi condizioni in cui vivevano gli orsi, secondo gli animalisti, “inaccettabili”.
Dopo il trasferimento in Germania e in Ungheria nei mesi scorsi di altri due esemplari reclusi al Casteller, oggi nella struttura sono rimasti soltanto Papillon e l’orso M62. L’arrivo a Casteller anche dell’orsa che ha ucciso il runner Andrea Papi, dicono gli attivisti trentini che hanno lanciato la petizione “StopCasteller”, potrebbe sconvolgere il già delicato equilibrio di Papillon e M62. “Significa mettere i tre orsi in un vero e proprio lager, una struttura orrenda”, ha affermato Francesca Manzini di “StopCasteller”.
Significa “obbligarli a condizioni di vita difficilissime, come documentano i video dei nostri attivisti, che hanno mostrato come le gabbie di vetro e cemento siano troppo piccole per contenere gli orsi”, che sarebbero costretti ad immobilità e convivenza forzata. Mentre i plantigradi sono animali abituati a muoversi e a camminare per ampie distanze.
Le condizioni critiche di Casteller erano state documentate anche nel 2020 da un’indagine dei carabinieri di Cites, nella quale si affermava che gli orsi vivevano “una situazione di stress psico-fisico molto severo” dovuta alla convivenza forzata in spazi ristretti dei tre esemplari allora presenti.
“Condividiamo la rabbia per la morte di Papi, che è legittima, ma con l’orso non può essere occhio per occhio dente per dente”, dicono gli attivisti di “StopCasteller” annunciando una giornata di protesta davanti al centro faunistico il 23 aprile prossimo.
In una nota gli animalisti precisano: “Abbattere e deportare 70 individui non risolve il problema legato alla convivenza. Educazione e misure preventive, spray al peperoncino, corridoi faunistici, non vengono neppure citate a dimostrazione che non c’è vera volontà di cambiamento o di proteggere la sicurezza delle persone ma solo interessi politici e di propaganda. Questa amministrazione non conosce la materia di cui parla. Sono pericolosi per gli orsi e per le persone”.
(da La Repubblica)
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