IL MEDIATORE VERDINI E IL SALVATAGGIO PD PER NON DISTURBARE
NEL GIORNO DELL’ACCORDO SULL’ITALICUM, LA GIUNTA DOVEVA VOTARE (A UN ANNO DALLA RICHIESTA DEL GIP) L’UTILIZZO DELLE INTERCETTAZIONI P3. … MA IL SENATO HA RINVIATO ANCORA
Nona seduta e nono rinvio della Giunta delle immunità del Senato, ieri, sulla richiesta del Gip di Roma di autorizzazione all’uso di intercettazioni telefoniche di Denis Verdini, senatore, Nicola Cosentino e Marcello Dell’Utri, tutti parlamentari all’epoca dei fatti.
Tutti concordi nel riparlarne oggi, Pd compreso, ovviamente.
L’inchiesta è quella sulla presunta associazione segreta P3, finalizzata secondo l’accusa al pilotaggio di appalti e sentenze, oltre che al dossieraggio al danno di nemici politici.
La faccenda, però, è ormai antichissima e chissà se al tribunale di Roma si ricordano ancora di quella lontana richiesta sugli ascolti dei tre pesi massimi berlusconiani: il Gip, infatti, l’ha presentata al Parlamento il lontano 12 aprile dell’anno scorso, ma a palazzo Madama ancora non hanno trovato il tempo di dire cosa ne pensano.
La presidenza del Senato, per dire, la soppesò per due mesi prima di convincersi, l’11 giugno, ad annunciarne l’arrivo all’aula e ad assegnarla alla Giunta per le elezioni e le immunità . Quest’ultima, però, forse troppo impegnata a discutere di come rinviare l’inevitabile epilogo della decadenza di Silvio Berlusconi, trovò modo di occuparsene la prima volta solo il 24 settembre 2013, oltre sei mesi dopo l’arrivo.
Di lì a dicembre, la Giunta trovò il modo di discuterne altre quattro volte, compresa l’accorata audizione di Verdini proprio alla fine dell’anno.
Votare? Macchè. Col 2014, però, il vento sembrava cambiato: Berlusconi , e pure Verdini, dunque, non erano più al governo e allora si poteva autorizzare i magistrati a usare le telefonate senza pagare prezzi politici elevati.
Tre sedute filate e finalmente la decisione di votare: appuntamento per il 4 marzo, cioè ieri.
Solo che poi c’è stato l’intoppo e non se n’è fatto niente: c’erano le concomitanti riunioni di Copasir e Antimafia – ha spiegato il senatore Andrea Augello di Ncd — meglio rimandare ancora per consentire una più ampia partecipazione dei senatori commissari.
Il Pd, democraticamente, acconsente. “Giusto, per carità — spiega un senatore di maggioranza — ma Verdini ieri stava anche facendo da tramite tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale: meglio non esacerbare gli animi e stare tranquilli”.
Nel frattempo, infatti, il Cavaliere è tornato al centro della scena e il buon Denis fa addirittura lo statista grazie al rapporto antico e amichevole col nuovo presidente del Consiglio.
Fatto l’accordo sulla legge elettorale, ora si potrebbe teoricamente procedere: si vedrà oggi, visto che il presidente della Giunta Dario Stefà no ha convocato una nuova riunione proprio nel pomeriggio.
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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