IL MESSAGGIO DEI «BARCHINI» ESPLOSIVI
GLI ATTACCHI CON I DRONI MARITTIMI SUL MAR NERO SONO UNA STRATEGIA PRECISA DEGLI UCRAINI: VOGLIONO FAR CAPIRE A PUTIN CHE IL FRONTE SI ALLARGA E CHE KIEV È IN GRADO DI COLPIRE ANCHE OBIETTIVI MOLTO DISTANTI
Una nave da guerra, poi una petroliera. Sono target di valore presi di mira dagli ucraini per ribadire un doppio messaggio: il fronte di guerra è sempre più ampio e la resistenza è decisa «a contestare» la supremazia di Mosca in Mar Nero. Sebastopoli, il ponte di Kerch, la base di Novorossiysk sono obiettivi distanti.
Kiev è riuscita ad allungare il raggio d’azione dei droni marittimi — quasi 800 chilometri — dando grande profondità alla sua attività.[…] Ha aggiornato le sue armi, ne ha protetto le comunicazioni, li ha resi più devastanti con cariche fino a 450 chilogrammi d’esplosivo. Tutto questo senza avere una Marina, visto che le poche unità che aveva sono state affondate.
Da mesi Kiev ha provato a colpire le unità nemiche nei porti e in Mar Nero. Una progressione compiuta con una serie di passi attraverso lo sforzo congiunto dell’intelligence militare, dei tecnici, di chi ha studiato le tattiche per aggirare le protezioni.
Sono quasi una mezza dozzina i sistemi creati dall’industria nazionale: uno simile a un siluro, alcuni analoghi ai barchini-esplosivi usati dagli italiani — con pilota — nel secondo conflitto mondiale, altri con un profilo più basso, per finire con dei jet ski modificati per trasportare un ordigno. Il Magura V5, per esempio, è lungo quasi 6 metri, raggiunge una velocità massima di 42 nodi, ha un raggio d’azione di 800 chilometri e una «testata» da 320 chilogrammi. Un nuovo tipo di «scafo» — sempre guidato in remoto — ha invece una carica da 450 kg, dunque più potente.
(da Corriere della Sera)
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