IL NUOVO DELIRIO DEI SOVRANISTI: I 400 MILIARDI DI AIUTI ALLE IMPRESE DIVENTA UN REGALO ALLE BANCHE
ORMAI NON SANNO PIU’ COSA DIRE: QUANDO SI ARRIVA A SOSTENERE CHE BISOGNAVA REGALARLI ALLE IMPRESE SIAMO ALLA FASE PSICHIATRICA AVANZATA… FINO A DUE GIORNI FA PLAUDIVANO A GERMANIA E SVIZZERA CHE FACEVANO PRESTITI ALLE IMPRESE
Chi critica le misure del decreto liquidità del governo, che ha messo a disposizione 400 miliardi di aiuti alle imprese, lo fa sostenendo che si tratti solo di un “regalo alle banche” e che lo Stato avrebbe dovuto distribuire quei soldi direttamente alla aziende, senza pretendere in cambio nulla.
Non potevano certo mancare loro, i sovranisti.
“Il governo si propone di garantire le banche dalle insolvenze debitorie, anzichè sostenere le attività produttive con trasferimenti diretti sui conti correnti aziendali. La liquidità non è somministrata a fondo perduto nelle vene produttive del Paese, bensì nella formula del prestito con il vincolo della restituzione.”
In altre parole, il popolo — o meglio, i suoi autoeletti difensori — vorrebbe che lo Stato erogasse quei 400 miliardi di euro di aiuti versandoli direttamente sui conti correnti delle imprese, e si indignano perchè chi riceverà gli aiuti dalle banche, dovrà restituirli. Dimenticando quella che è la mission delle banche: fare da intermediari tra chi ha una disponibilità di denaro sotto forma di risparmi e chi domanda credito.
Se l’Italia presta soldi non va bene, se li prestano la Germania o la Svizzera sì
In primo luogo allora va segnalata una cosa. A metà marzo la pagina della Lega Nord era in prima linea nella polemica con il governo Conte perchè metteva a confronto le risorse stanziate per combattere la crisi dagli altri paesi, tra cui la Germania, e l’Italia.
All’epoca però facemmo notare l’ovvio: sulla Germania, nello specifico, il Financial Times ha spiegato che si tratta del credito che la KfW, la banca statale per il sostegno alle imprese, potrà mettere a disposizione del sistema. Questo è lo “scudo protettivo” nei confronti delle imprese che secondo il ministro dell’Economia, Peter Altmaier, potrà essere messo in campo in un tempo indefinito in caso di bisogno. Non si tratta quindi dello stanziamento del governo, come nel caso dei 25 miliardi del Decreto Cura Italia.
Ecco quindi che in quel caso si trattava di prestiti, ovvero della stessa cosa che sta mettendo in campo il governo italiano: prestiti alle imprese.
Perchè quando lo fa la Germania sono dei santi e quando lo fa l’Italia è tutto un favore alle banche?
In più, qualche tempo fa si magnificava la Svizzera che dava 500mila franchi “con un click”, secondo Salvini. Cos’erano anche quelli? Prestiti.
Quello svizzero è “Un credito garantito al 100% dalla Confederazione fino a 500000 franchi (10% della cifra d’affari annuale) a tasso di interesse dello 0% annuo per il primo anno”, “ovvero un modulo, dedicato agli imprenditori, per richiedere un credito (non soldi regalati quindi) fino a un massimo di 500mila franchi (sulla base del fatturato annuale dell’azienda che ne faccia richiesta) a interessi zero per il primo anno, soldi che non necessitano di garanzie in quanto garantiti dallo stesso Stato”.
E allora anche la Svizzera va nel club: se presta Berna è ok, se presta Berlino è ok, se presta l’Italia mamma mia è una truffa, Conte ladro!
In effetti, c’è per caso qualcuno in Europa che ha annunciato soldi regalati alle imprese? No. Però il problema è l’Italia. Perchè
Perchè lo Stato non versa direttamente i soldi alle imprese?
Se lo Stato avesse deciso di versare direttamente la cifra monstre di 400 miliardi di euro, l’effetto immediato sarebbe sul debito pubblico, che ha già superato i 2400 miliardi. Inoltre, le richieste di aiuto devono essere necessariamente “filtrate”, un compito che la macchina statale non è in grado di assolvere.
Lo Stato, comunque, si fa garante: se il debito non dovesse essere onorato, farà fronte all’eventuale inadempienza del debitore.
La liquidità di emergenza può essere richiesta da tutte le aziende (dalla ditta individuale alla società per azioni) e da tutti i titolari di partita Iva. Data la stasi provocata dall’epidemia di Coronavirus, l’innesto di liquidità dovrebbe innanzitutto servire per il pagamento di fornitori, che a loro volta potranno pagare i propri.
La liquidità è erogata dalle banche ma a fare da garante è lo Stato. Nessuna banca potrebbe sobbarcarsi, infatti, un rischio così alto, correndo il pericolo di non reggere all’onda d’urto di una serie di crediti che potrebbero divenire inesigibili se la crisi dovesse prolungarsi.
A erogare gli aiuti saranno a Sace e il Fondi di garanzia per le Pmi (Piccole e medie imprese), uno strumento operativo dal 2000 con la sua di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una garanzia pubblica (che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle imprese).
Grazie al Fondo, l’impresa ha la concreta possibilità di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo, che non offre comunque contributi in denaro.
(da “NextQuotidiano”)
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