IL PD GIOVANNI LEGNINI (BERSANIANO) VERSO LA GUIDA DEL CSM
NELLA ROSA DEM ANCHE FANFANI, CASELLATI E LEONE…PER LA CONSULTA VIA LIBERA A VIOLANTE E CATRICALA’
È Giovanni Legnini la best option che indicherà il Pd per la vicepresidenza del Csm.
Lo hanno chiarito i capigruppo del Pd nel corso della riunione dei gruppi parlamentari.
Al termine di una mattinata di trattative è tramontata sia l’ipotesi dell’ex sottosegretario Massimo Brutti sia quella di Giovanni Fiandaca.
Sul primo hanno pesato le perplessità di Renzi e del suo inner circle, ma anche quelle del partito di Alfano.
Il secondo è stato sacrificato sull’altare del compromesso interno.
Perchè Legnini, in “quota” Bersani, è un nome che ben si presta alla pax unitaria interna al Pd che comprende sia la composizione del Csm sia la segreteria con l’ingresso delle minoranze.
E ben si presta anche a rendere più fluida la partita economica di Renzi.
Giovanni Legnini, avvocato, con i requisiti per andare a palazzo Marescialli è attualmente sottosegretario (bersaniano) all’Economia.
Spostarlo, di fatto, significa fare un pezzo di rimpasto e rimuovere, se non un ostacolo, quantomeno non un “esecutore” degli annunci del premier.
È questa l’indicazione principale del Pd per la vicepresidenza del Csm.
Gli altri nomi, sempre per il Csm, sono invece quello di Giuseppe Fanfani, fortemente voluto dal premier e dell’avvocato Teresa Bene.
Tre nomi in tutto, per favorire la chiusura dell’accordo con i centristi. In quota Ncd l’indicazione è Antonio Leone mentre uno spetta a Scelta civica, l’ex ministro Renato Balduzzi.
Per Forza Italia i nomi sono quelli di Elisabetta Casellati e l’ex senatore Luigi Vitali. In quota Cinque stelle, il professor Nicola Colajanni.
Chiuso anche con Forza Italia l’accordo sulla Corte costituzionale.
Via libera di Berlusconi a Luciano Violante. Lo storico sì è arrivato mentre il Cavaliere ha riunito ad Arcore Gianni Letta e Nicolò Ghedini.
Blindato, in quota Forza Italia, Antonio Catricalà , il candidato di Gianni Letta non troppo gradito al corpaccione del partito.
Una delle ipotesi è che Donato Bruno, l’aspirante su cui si è coagulato il dissenso possa essere spostato al Csm.
(da “Huffingtonpost“)
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