IL PPE FA UN ALTRO PASSO CONTRO ORBAN (E CONTRO SALVINI)
FIDESZ ALLA PORTA, LA REGOLA PER SOSPENDERE UN’INTERA DELEGAZIONE… UN AVVISO DA PARTE DI CHI NON GRADISCE UN INGRESSO DELLA LEGA
Sono due anni ormai che il partito del premier ungherese Viktor Orban è sospeso dal Partito Popolare Europeo per violazioni dello stato di diritto in Ungheria.
Ma non è sospeso dal gruppo del Ppe al Parlamento europeo, semplicemente perchè il gruppo non contempla le sospensioni o espulsioni di un’intera delegazione nazionale.
Ma da domani la musica cambia: l’assemblea del gruppo approverà delle modifiche al regolamento interno tra cui anche la regola che prevede sospensioni collettive per determinate violazioni.
L’iniziativa parte dall’eurodeputato austriaco Othmar Karas, vicepresidente del Parlamento europeo, uno dei più accaniti avversari di Orban nel Ppe e anche uno dei più contrari all’ingresso eventuale della Lega nella famiglia dei Popolari europei.
In questo senso, la mossa di domani, suggeriscono fonti del Ppe, va vista anche come una forma di autotutela contro Matteo Salvini, che ora guida la svolta europeista della Lega avviata con la fiducia al governo Draghi.
Nel Ppe molte delegazioni del nord Europa restano scettiche. Non è casuale la concomitanza tra l’approvazione di una regola che mette ordine nel caos dei rapporti con Fidesz e il ritorno di un dibattito – pur sotto traccia – su una possibile adesione futura della Lega al Ppe.
In sostanza, il gruppo si blinda. La nuova versione del regolamento fornisce al Ppe la possibilità di espellere o sospendere dal gruppo dell’Eurocamera più persone insieme o anche un’intera delegazione nazionale. Finora era possibile espellere solo eurodeputati singoli.
Le modifiche si sono rese necessarie anche per la pandemia: tra le modifiche al regolamento, anche la possibiità di votare da remoto, finora non previsto. Ma c’è anche una motivazione politica legata al covid.
Sono due anni che il Ppe trascina i rapporti con Fidesz nel limbo della sospensione dal partito ma non dal gruppo, ma, nonostante le pressioni delle delegazioni del nord, il presidente dei Popolari, il polacco Donald Tusk, ex presidente del Consiglio Europeo, ha detto che una decisione definitiva potrà essere discussa solo in un prossimo congresso in presenza. Chissà quando, visto che il covid continua a costringere online le riunioni.
E allora il gruppo dell’Eurocamera ha deciso di dotarsi di strumenti autonomi. L’austriaco Karas promette che dopo l’approvazione delle nuove regole domani, il prossimo passo sarà la sospensione di Fidesz.
Per sospendere una delegazione sarà necessario raccogliere le firme tra gli eurodeputati del gruppo, ma la richiesta potrebbe arrivare dalla stessa presidenza nel caso di una delegazione già sospesa dal partito, il caso di Fidesz appunto.
E in questa eventualità , basterebbe la maggioranza semplice per procedere. Non sarebbe una espulsione senza appello, sarebbe una sospensione, ma di certo è un altro passo ostile contro Orban.
La sospensione dal gruppo riguarda anche le cariche che eventualmente si ricoprono, anche se non è retroattiva, ma allo stato Fidesz ha solo dei ruoli apicali in Commissione (che verranno ridiscussi per tutto il Parlamento a metà legislatura a gennaio prossimo), non avendo partecipato al risiko delle nomine per via della sospensione dal partito.
La mossa del Ppe – domani le nuove regole dovrebbero essere approvate con ampia maggioranza – è atto più che simbolico destinato non solo a rinfocolare le polemiche contro gli ungheresi di Fidesz ma anche a scaldare la temperatura politica riguardo ad un eventuale ingresso del (ex) sovranista Salvini.
Le trattative, già ora incanalate su un binario lento, potrebbero subire ulteriori ritardi.
(da “Huffingtonpost”)
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