IL RAPPORTO DELL’INTELLIGENCE ESTONE: “I PAESI DELLA NATO HANNO DAI TRE AI CINQUE ANNI PER PREPARARSI A UN POTENZIALE CONFLITTO MILITARE CON LA RUSSIA”
I MEMBRI NATO “LAVORERANNO SU UN TENTATIVO DI RESPINGERE L’AGGRESSIONE RUSSA CONTRO UNO DEI PAESI”
I segnali inquietanti si susseguono. Dopo il documento segreto delle forze armate tedesche – che si preparano a un possibile attacco di Putin alla Nato l’estate delle 2025 – e il lavorìo comune ormai costante delle intelligence placche e lituane per unificare una strategia di azione (l’attacco avverrebbe nell’area polacco-baltica, nel “Corridoio Suwalki”), oggi la premier estone rilancia e, alla luce delle informazioni dell’intelligence di Tallin – considerata di gran lunga una delle migliori in Europa, e forse la migliore assieme ai polacchi sulla minaccia russa – invita la Nato a prepararsi alla guerra con la Russia entro tre anni.
Kaja Kallas racconta al Times che i paesi della Nato hanno dai tre ai cinque anni per prepararsi ad un potenziale conflitto militare con la Russia. «La nostra intelligence stima che ci vorranno dai tre ai cinque anni, e ciò dipende in gran parte da come manteniamo la nostra unità e la nostra posizione sull’Ucraina».
Kallas cita esplicitamente un report del servizio di intelligence estero dell’Estonia, nel quale è scritto che la Russia ritiene i paesi baltici «la parte più vulnerabile» del blocco Nato, e potrebbe realisticamente avviare azioni ostili contro di loro, passando dalla guerra ibrida (che già da lungo tempo è in corso) alla guerra “kinetic”, sul campo. Ma la Russia potrebbe davvero averne ancora le forze, fiaccata e indiscutibilmente provata dalla guerra in Ucraina? Secondo Kallas, «dal punto di vista dei paesi baltici, la Russia ha ancora abbastanza forza per esercitare una vera pressione militare nella nostra regione».
Kallas in questo chiede una strategia di «contenimento» comune della Nato, in stile Guerra Fredda, e cita come problemi principali la carenza di armi e la difficoltà di dispiegare rapidamente un gran numero di truppe in prima linea. Vanno nella stessa direzione le preoccupazioni dell’intelligence britannica. Ieri la Difesa di Londra ha comunicato – in maniera assai pubblica e rivolta all’esterno: volevano che si sapesse – che il Regno Unito alzerà il livello di impegno nelle esercitazioni annuali della Nato, le “Steadfast Defender”, previste da fine marzo. Londra invierà 20mila soldati. Le manovre coinvolgeranno un gruppo d’attacco della portaerei di otto navi e sottomarini, il cui centro sarà la portaerei di classe Queen Elizabeth, come i caccia F-35 Lightning e gli aerei di sorveglianza Poseidon P8.
Il teatro sarà, non casualmente, proprio la Germania e la Polonia assieme ai tre paesi baltici, fin davanti ai confini della regione russa di Kaliningrad. Cosa interessante, mentre fino a oggi le esercitazioni Nato avvenivano sempre come mero «scenario di addestramento», quindi con nemici di fantasia e luoghi di fantasia, in primavera il luogo sarà ben preciso e realistico al massimo (appunto, l’area del Corridoio Suwalki), e il nemico è chiarissimo: Mosca.
Circa 16mila soldati Nato, e carri armati, artiglieria e elicotteri, verranno posti di base nell’Europa orientale dal prossimo febbraio a giugno. La Royal Navy britannica ospiterà più di duemila marinai nel Nord Atlantico, nel Mare Norvegese e nel Mar Baltico. E più di 400 Royal Marine Commandos saranno schierati oltre il Circolo Polare Artico: rappresentano il nucleo della Task Force aviotrasportata che deve essere pronta a uno sbarco nei territori dell’estremo Nord della Nato in Europa.
Fonti di intelligence occidentali riferiscono che i membri del blocco militare «lavoreranno su un tentativo di respingere l’aggressione russa contro uno dei paesi». E anche il ministro della Difesa britannico Grant Shapps non esita a nominare la Russia, come lo spettro che richiede tutto ciò: «I vecchi nemici rinascono. Le linee di battaglia sono ridisegnate. I carri armati sono letteralmente sulla terra dell’Ucraina. Le fondamenta dell’ordine mondiale stanno tremando. Siamo a un bivio», ha spiegato Shapps. «Stiamo entrando in una nuova era e dobbiamo essere pronti a frenare i nostri nemici, guidare i nostri alleati e proteggere la nostra nazione quando viene ricevuta una chiamata del genere».
Londra insomma darà circa la metà dei soldati delle esercitazioni (il totale sarà di 41mila soldati e più di 50 navi). Durante le manovre l’aereo di comando britannico farà da 500 a 700 sortite di combattimento. Certo, il direttore del Centro di eccellenza per la comunicazione strategica della nato, Janis Sarts, ha osservato ieri che lo scenario descritto nel documento segreto delle forze armate tedesche è una situazione ipotetica che viene simulata per testare le capacità militari del blocco. Ma non l’ha affatto smentito, anzi. E la simulazione è molto reale. Il nemico delle democrazie europee e angloamericane si sa benissimo ormai chi è.
(da La Stampa)
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