IL SEGRETO DEL DECRETO E’ NELLE ULTIME DUE PAGINE E IN DUE DIAGRAMMI DI FLUSSO
RIVELANO A CHE PUNTO SIAMO DAVVERO E CHE COSA SERVE PER PASSARE ALLA FASE 3
Sono le ultime 2 pagine del Dpcm 26 Aprile 2020 (la sigla sta per Decreto del presidente del Consiglio dei ministri), quelle fondamentali per capire com’è la situazione della pandemia da coronavirus in Italia, in che fase siamo (perchè non siamo veramente nella Fase 2, ma 2A) e che cosa serve per passare a quella successiva.
In fondo ci sono due diagrammi di flusso, di quelli che di solito si trovano nei test attitudinali o nei quiz, con le caselle, i rombi e le risposte multiple “Sì” e “No”.
Quello importante è soprattutto il primo, perchè permette di capire che siamo riusciti a passare dalla Fase 1, quella del cosiddetto “lockdown”, alla 2A grazie al rispetto di 5 condizioni: stabilità di trasmissione (della malattia), servizi sanitari non sovraccarichi, una non meglio precisata “attività di readiness”, abilità di testare tempestivamente tutti i casi sospetti e possibilità di garantire adeguate risorse per contact-tracing, isolamento e quarantena.
Le 5 condizioni che hanno permesso la Fase 2
È evidente che al momento in Italia sono più o meno soddisfatte tutte queste condizioni: decisamente abbiamo raggiunto il plateau dei contagi, i nostri ospedali non sono più (o sono molto meno) in sofferenza grazie al rispetto delle regole della Fase 1 e alla “tecnica del martello”, siamo sicuramente più pronti di prima, sta crescendo giorno dopo giorno il numero tamponi fatti e abbiamo più risorse da destinare all’isolamento e alla quarantena di casi, zone, focolai sospetti.
C’è invece ancora qualche incertezza sul cosiddetto contact-tracing, che dovrebbe essere fatto anche attraverso un’app su cui restano molti dubbi (legati a privacy e limiti tecnologici): è bene ribadirlo, perchè il diagramma prevede che se si risponde “No” a una qualsiasi delle domande… si torna alla Fase 1 (però anche limitata solo a determinate aree geografiche).
Se invece, dopo quella che il governo definisce la “Rivalutazione periodica della soddisfazione dei criteri per la Fase 2A”, tutte le risposte restassero “Sì”, si potrà passare alla Fase 2B, che dalle parole di Conte è al momento immaginata a partire da giugno, quando dovrebbero riaprire barbieri, parrucchieri, centri estetici, palestra e altre attività commerciali dove il contatto fra le persone è maggiore.
Per raggiungerla, le condizioni sono le stesse 5 che hanno permesso di entrare nella 2A, cui se ne aggiunge una, la “capacità di monitoraggio epidemiologico”, probabilmente effettuata su larga scala con i test sierologici forniti dall’americana Abbott (i primi 300mila dovrebbero arrivare nelle prime due settimane di maggio).
Anche in questo caso, le 6 condizioni devono essere tutte costantemente rispettate, altrimenti si torna indietro di un livello (Fase 2A) o addirittura di due (alla Fase 1 e ai “lockdown”).
La cura o il vaccino, fondamentali per la Fase 3
E poi? E poi si cerca di passare alla Fase 3, che potrà scattare a una condizione sola, nelle indicazioni del governo: che ci sia un “accesso diffuso a un trattamento e/o a un vaccino sicuro ed efficace”. I tempi saranno lunghi, insomma, perchè per dare il via al ripristino e all’uscita dell’Italia dalla pandemia serve una cura effettiva contro la Covid-19, oppure un vaccino
E non è ancora per nulla certo che per settembre, quando le scuole dovrebbero teoricamente riaprire, una o l’altro ci siano davvero.
(da “Il Secolo XIX“)
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