IN GERMANIA, UN GRUPPETTO DI NOSTALGICI SI È RADUNATO A POTSDAM, NEL PALAZZO DOVE ADOLF HITLER PROGETTO’ LA “SOLUZIONE FINALE” PER GLI EBREI, PER DISCUTERE DELLA “RIMIGRAZIONE” DI 2 MILIONI DI AFRICANI
PER PARTECIPARE ALL’EVENTO, GLI OSPITI HANNO DOVUTO SGANCIARE 5 MILA EURO: GUEST STAR DELLA SERATA, LA STELLINA DELL’ESTREMA DESTRA AUSTRICA, MARTIN SELLER
Non c’è nulla di casuale se si convoca una conferenza, segreta, dell’estrema destra sul Wannsee, alla periferia di Potsdam, dove il regime hitleriano progettò la soluzione finale per gli ebrei.
Ed è lì, in una struttura costruita da Lorenz Adlon che un gruppetto si è dato appuntamento per illustrare il grande piano, la soluzione, al problema dell’immigrazione. [
Tutto molto ambiguo, tutto pieno di riferimenti storici, stando però ben attenti a non varcare ufficialmente la linea rossa e a non utilizzare direttamente la terminologia nazista. «Rimigrazione», è la nuova parola d’ordine, di quelli che il cancelliere Scholz ha chiamato «fanatici».
L’appuntamento era il 23 novembre, e a parlarne è stato il sito d’inchiesta tedesco Correctiv , notizia poi ripresa il giorno dopo da molta stampa nazionale.
Il biglietto d’ingresso era di 5mila euro, per finanziare le attività future, gli ospiti due buone dozzine. L’oratore principe è Martin Sellner, piccola star della nuova destra estremista e al limite dell’eversione europea. Non un ferro vecchio, ma un 35enne austriaco che è il faro anche della Neue Rechte in Germania.
Ha scritto numerosi libri, da quello che l’ha fatto conoscere «Identitär! Geschichte eines Aufbruchs» (che si può tradurre come «Identitari! Storia di un risveglio») fino all’ultimo uscito pochi mesi fa, che è un programma: «Regime Change von rechts. Eine strategische Skizze» («Cambio di regime da destra: un disegno strategico»). Sellner è stato uno dei primi a parlare di «sostituzione etnica».
Ad ascoltarlo, invece, sull’albergo del Wannsee una parte rappresentativa della Afd, partito che ormai supera il 20 per cento dei consensi a livello nazionale. Roland Hartwig, il portavoce della leader nazionale Alice Weidel. Il capo dell’Afd nella Sassonia-Anhalt, la fazione più estremista del partito, altri due membri in vista di Alternative e anche due politici Cdu . E poi, medici, imprenditori dello sport e del cibo, giuristi, avvocati.
L’idea di Sellner che è stata discussa è incentrata attorno alla tesi della «rimigrazione». Prevede di deportare fino a 2 milioni di immigrati via dalla Germania e in Africa. Ossia, tre categorie: migranti, rifugiati e anche cittadini con passaporto tedesco che hanno fallito l’integrazione. Nelle sue idee, che sembrano semplice follia a chi ci si affaccia per la prima volta e che invece prefigurano nella sua testa un futuro distopicamente houellebecquiano, c’è un piano ma anche già una chiamata all’azione.
Il giorno dopo la diffusione dell’inchiesta giornalistica di Correctiv, le reazioni non sono mancate. È intervenuto il cancelliere Scholz, affermando che «noi proteggiamo tutti, indipendentemente dall’origine, dal colore della pelle o da quanto una persona sia disturbante per fanatici che hanno fantasie d’assimilazione».
Si sono fatti sentire anche i partecipanti. Il portavoce di Weidel, Hartwig, ha detto che era andato al raduno «a titolo personale», senza avvertire la sua capa. Tesi adottata da pressoché tutti gli altri colleghi .
Così come l’Afd, con una comunicato ufficiale, ribadisce che i migranti sono il problema principale della Germania: «Dobbiamo poter togliere il passaporto ai criminali e c’è bisogno di rimigrazione (dunque, la parola fa ufficialmente l’ingresso nella loro politica). Non è accettabile che persone che odiano la Germania e i suoi valori ne diventino cittadini. Che violentino le donne, attacchino persone innocenti con i coltelli e che non vengano espulsi per il loro passaporto tedesco. E poi figurino nelle statistiche come criminali tedeschi».
L’Afd è da tempo il secondo partito tedesco (dopo la Cdu), ha più consenso dei socialdemocratici, verdi o dei liberali al governo.
Dire che sono minoritari, e detestati o guardati con estremo sospetto dagli altri tre quarti dei tedeschi, è vero. Ma quando si apprestano a finire primi in tre elezioni regionali, in programma a Est il prossimo settembre, questo sentimento non basta più a esorcizzare il loro peso nella società, e ormai nella politica.
Anche guardare da un’altra parte, per i riferimenti quasi espliciti all’epoca nazista, quando vengono simbolicamente e perfidamente rievocati (senza essere citati) alcuni termini, può essere rassicurante. Ma è una consolazione da ciechi, o meglio da chi si ostina a non voler vedere.
(da agenzie)
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