“INSERITE OLTRE 2.800 SCHEDE BIANCHE PER ALZARE IL NUMERO DEI VOTANTI”: LA DENUNCIA DI UN DIRIGENTE PD ROMANO
ANCHE A ROMA PRIMARIE TAROCCATE: LA TESTIMONIANZA AL “MESSAGGERO”
Schede bianche gonfiate per non far emergere il flop di partecipazione alle primarie di Roma.
A far sospettare sulla regolarità delle primarie Pd di domenica scorsa non è solo il caso Napoli.
Secondo quanto scrive oggi il Messaggero, anche nella Capitale ci sarebbero state irregolarità , questa volta non imputabili a soggetti “esterni”, ma proprio alla macchina organizzativa delle consultazioni.
A parlare al quotidiano romano è un dirigente nazionale del Pd. Che svela: “Tra la notte di domenica e il pomeriggio di lunedì sono state gonfiate virtualmente le schede bianche e le nulle. Qualcuno pensava così di fare del bene”.
Virtualmente? Sì, perchè non ci sono schede inserite fisicamente nelle urne.
Si tratta, secondo il racconto del dirigente dem, di una modifica al dato dell’affluenza inserito direttamente nel database di calcolo.
Il dato delle schede bianche era parso subito anomalo: su 47mila e 317 le persone che sono andate alle urne, 2866 sono state le schede bianche, mentre 843 quelle nulle.
La rivelazione di oggi getta un’ombra sulla possibilità di camuffare e truccare non solo le intenzioni di voto (caso Napoli), ma anche l’esito, a urne chiuse.
Che quello dell’affluenza fosse un nervo scoperto era noto fin dalla vigilia, perchè queste consultazioni dovevano misurarsi con i 100mila votanti accorsi nel 2013 per Marino.
Tanto che subito dopo l’incoronazione di Giachetti è intervenuto il commissario Pd di Roma Matteo Orfini per sminuire il dato 2013 ed esaltare quello di domenica scorsa: “A Roma nel 2013 — ha detto — era andata più gente ai gazebo, ma erano i 100mila delle truppe cammellate dei capibastone poi arrestati, del pantano che portò a Mafia Capitale, delle file di rom”. Insomma, meno elettori, ma puri e certificati, a sentire Orfini. Anzi, secondo il presidente nazionale del partito le parole sull’affluenza del capo della minoranza Roberto Speranza sono “meschine”.
“Segnalo a Speranza che, mentre lui s’è guardato bene dall’occuparsi delle vicende romane, siamo passati nei sondaggi dal 16 al 30%”.
Intanto però emerge che una parte dei voti delle primarie siano stati inventati, almeno secondo quanto racconta il dirigente Pd al Messaggero: “Per gonfiare l’affluenza, per non far vedere che stavamo poco sopra i 40mila ma molto più vicini ai 50mila votanti. Quando poi sono stati diffusi i dati dello spoglio abbiamo capito l’errore, anzi, il boomerang“.
Il boomerang di una consultazione con quasi l’otto per cento di votanti che pagano due euro per lasciare bianca (6%) o annullare la scheda (quasi il 2%).
Nel 2013 il totale di bianche e nulle non arrivava al 2,5%. E il Pd non fornisce i dati dei singoli seggi.
Il sospetto su quanto accaduto è partito al termine dello spoglio dal comitato elettorale dello sconfitto Morassout, dove all’annuncio ufficiale di “50mila votanti” i conti non tornavano. E non di poco: ballavano almeno 7mila voti rispetto all’affluenza. Un trucco contabile virtuale su cui i vertici del partito continuano a tacere mentre minimizzano i “buttadentro” immortalati dai video di Fanpage a Napoli (“Ti diamo noi un euro se vai a votare Valente“).
E che tra l’altro getta un’ombra sulle Primarie in generale, vista la facilità con cui si possono manipolare i risultati.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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