INUTILE FRIGNARE PER IL CALO DEMOGRAFICO: PER SPINGERE GLI ITALIANI A FARE FIGLI, È NECESSARIO ALZARE GLI STIPENDI E OFFRIRE CONTRATTI STABILI, ALTRO CHE “BONUS NASCITA
IL SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL, PIERPAOLO BOMBARDIERI: “CI SONO MILIONI DI RAGAZZI DISOCCUPATI, CHE HANNO UN CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO O SONO COSTRETTI A PART TIME INVOLONTARI CHE IMPEDISCONO DI PROGRAMMARE LA PROPRIA VITA. OGGI QUESTE PERSONE SONO FANTASMI. SE NON HANNO UNA BUSTA PAGA A TEMPO INDETERMINATO NON POSSONO COSTRUIRSI UN FUTURO”
«L’occupazione cresce ma il tema è la qualità del lavoro. Lo stesso Istat dice che ci sono milioni di ragazzi disoccupati, che hanno un contratto a tempo determinato o sono costretti a part time involontari che impediscono di programmare la propria vita. Oggi queste persone sono fantasmi. Se non hanno una
busta paga a tempo indeterminato non possono costruirsi un futuro».
Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ieri era a Torino per la campagna “No ai lavoratori fantasma”, in una regione dove «un piemontese su quattro ha un contratto di lavoro atipico e otto nuove assunzioni su dieci sono precarie».
Cosa vi aspettate da questo appuntamento?
«Continuità rispetto alle richieste che noi abbiamo fatto e rispetto alle affermazioni di Orsini. Abbiamo apprezzato il fatto che Orsini abbia citato la necessità di combattere i contratti in dumping, i contratti pirata e che si sia deciso finalmente ad affrontare il tema della rappresentanza. […]».
Intanto la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è in stallo. Come si riprende la contrattazione?
«C’è la necessità che Federmeccanica accetti di aprire il tavolo di confronto. Le categorie lo hanno chiesto in più occasioni, più volte. È l’unica risposta che si può dare ai lavoratori».
Come procedono i rapporti con il governo?
«Parto dall’ultimo incontro sulla sicurezza che è stato positivo: il governo ha risposto alle nostre richieste. Per noi è stato un incontro importante, bisogna svilupparlo sui vari punti su cui ha dato disponibilità, dalla prevenzione, al reato di omicidio sul lavoro, ai soldi da destinare alle famiglie di chi ha subito una tragedia.
Per il resto, ci aspettiamo un maggior coinvolgimento sui grandi temi a partire dai dazi e dai temi dell’energia. I dazi non sono solo un problema delle aziende, sono anche un problema dei lavoratori e su questo abbiamo delle idee, a cominciare dal rinnovo dei contratti per poter aumentare i consumi. Siamo
fiduciosi per il futuro, speriamo che il governo non ci deluda».
Il nucleare di ultima generazione può essere una soluzione per ridurre i costi?
«Non abbiamo pregiudizi, siamo pronti a discuterne. Ma vorremmo ampliare la discussione, perché ci sembra che il tentativo di collegare tutto al nucleare non affronti l’emergenza che stiamo vivendo. Inoltre ci sono alcuni principi che vorremmo chiarire. È sicuro? Dove stocchiamo le scorie? Chi investe i soldi? Quando sarà pronto? Discutiamone, nel frattempo si può fare una cosa più semplice.
L’invecchiamento progressivo della popolazione, il crescente squilibrio tra i gruppi di età a sfavore dei più giovani e le conseguenze che ciò ha sul piano della sostenibilità sociale e finanziaria, non è questione che si può affrontare con qualchhe lamento sull’egoismo di chi non è disposto ad avere più figli e con qualche intervento spot. Averla ignorata troppo a lungo la ha resa sempre più difficile da affrontare, perché se ne sono cumulati gli effetti, innanzitutto sul piano numerico.
Anche in condizioni più favorevoli di quelle esistenti oggi per i giovani uomini e donne, e in particolare per queste ultime, la loro scarsità numerica rende impossibile puntare prioritariamente, se non esclusivamente, sulla loro disponibilità ad avere più figli per contrastare gli effetti dell’invecchiamento demografico sul mercato del lavoro, sulla sostenibilità del debito pubblico, sulla disponibilità di servizi necessari.
Certo vi è un ampio margine di miglioramento delle condizioni in cui oggi si affronta la scelta se avere un figlio, o uno in più: salari più decenti, contratti e condizioni di lavoro più soddisfacenti, un accesso ad un’abitazione adeguata a prezzi contenuti, servizi per l’infanzia di qualità e universalmente accessibili, una più equilibrata divisione delle responsabilità genitoriali tra madri e padri.
Le carenze di personale nel mercato del lavoro possono essere parzialmente tamponate, più che con l’aumento dell’età pensionistica (siamo ormai il paese con l’età pensionistica legale più alta), valorizzando meglio i giovani preparati invece di costringerli a cercare altrove. Sostenendo in ogni modo l’occupazione femminile e contrastando con politiche educative adeguate il fenomeno degli abbandoni scolastici e dello scoraggiamento vissuto da ancora troppo ampie fasce degli adolescenti e giovani più poveri e marginalizzati. […]
Ma anche facendo tutto il necessario per sostenere chi desidera avere figli, e se ciò avesse successo in termini di aumento del
tasso di fecondità, l’esiguità numerica di chi oggi è in età feconda, insieme al tempo necessari perché chi nasce oggi diventi adulto, non consente di riequilibrare in tempi medio-brevi il rapporto tra le fasce di età della popolazione e la riduzione complessiva della popolazione stessa.
Occorre anche una politica migratoria realistica e guidata, che, al netto del dovere di accoglienza verso i richiedenti asilo, favorisca ingressi molto più consistenti degli attuali, offrendo condizioni di inserimento e prospettive di medio-lungo periodo decenti.
Un recente studio di Giampaolo Galli, Nicolò Geraci e Francesco Scinetti, pubblicato sul sito dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, stima che, tenendo conto delle tendenze demografiche e anche dei flussi in uscita, per mantenere costante l’ampiezza della popolazione le entrate di stranieri dovrebbero essere di 430 mila l’anno fino al 2035 e 484 mila fino al 2050. Se poi si volesse mantenere il, già precario, rapporto tra residenti che lavorano e residenti che non lavorano, il numero annuale di ingressi necessario sarebbe ancora più alto. Se il ministro Giorgetti vuole dare seguito alla sua riflessione critica sulla politica e i politici che faticano a considerare la questione demografica, nei suoi molteplici aspetti, una priorità, può iniziare a operare perché il governo di cui fa parte e il suo stesso partito la affrontino non solo o principalmente dalla coda – le scelte di fecondità – ma dalle condizioni numeriche e materiali in cui queste scelte sono fatte. La desertificazione dei servizi e dei trasporti nelle aree interne e in molte zone del Mezzogiorno dovrebbe diventare una priorità, invece del ponte sullo Stretto e della rincorsa all’autonomia differenziata.
Invece di contrastare l’immigrazione con ogni mezzo e trattare i migranti come intrusi anche quando vivono qui regolarmente e da anni, bisognerebbe andare a cercarli nei loro Paesi, aiutarli a formarsi per poter lavorare e vivere in Italia. E non costringerli al
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