ITALIA, IL PAESE IN CUI SALVINI PUO’ CONTESTARE OGNI GIORNO IL TG1 E FIANO NO
SUI SOCIAL E’ DIVENTATO VIRALE LO SCONTRO TRA IL DEPUTATO DEL PD E GIORGINO, MA QUANDO GLI ATTACCHI ARRIVANO DALLA LEGA NESSUNO SI INDIGNA
Una valanga di insulti social dopo lo scontro Fiano-Giorgino ad Agorà , su RaiTre, andato in onda mercoledì mattina.
Argomento del dibattito un pensiero (legittimo) del giornalista del Tg1 sul risultato delle elezioni Regionali in cui sottolineava come fosse insensato parlare di una sconfitta di Salvini vista la vittoria nelle Marche del Centrodestra.
Parole che hanno provocato l’irritazione del deputato del Partito Democratico che ha contestato quelle parole in diretta televisiva. Uno scontro acceso, dai toni esacerbati, diventato virale sui social network.
La libertà di espressione di un libero cittadino, se non vìola le libertà altrui, è un sacrosanto diritto sancito anche dalla Costituzione italiana.
Insomma, Francesco Giorgino — soprattutto se interpellato da una trasmissione televisiva a titolo personale come opinionista — è legittimato a dire quel che pensa. E in questo Emanuele Fiano ha sicuramente errato, esacerbando i toni come un fiammifero gettato nel pagliaio.
Detto ciò, però, occorre sottolineare come il doppiopesismo sui social sia un male atavico italiano. E non solo.
Occorre sottolineare come non ci sia stata alcuna intimidazione: i due si sono confrontati e scontrati portando aventi due linee di pensiero differenti sullo stesso tema. Insomma, nessun tentativo di censura. E questo è evidente nel filmato.
Ma quel che pesa su questa vicenda è la memoria corta dei sostenitori di Salvini che dimenticano come il loro segretario, quasi quotidianamente, lanci strali contro il Tg1
Un mese fa, dopo il suo comizio in Campania: «Per il TG1 teppisti di sinistra che lanciano sedie e bottiglie contro la Polizia durante un mio pacifico comizio in Campania rappresentano fatto normale, non degno di nota. Fosse accaduto durante un discorso di Conte o Casalino lo avrebbero nascosto ugualmente? Viva la Libertà ».
Poi ancora, nel maggio del 2019 dal palco di Legnano: «Vi sfido, fate questo esperimento: provata e guardare il Tg1, il Tg5 o il Tg7 stasera: scommettiamo che non ci sarà nessuno degli argomenti di cui stiamo parlando ma ci saranno tante fesserie di cui non interessa niente a nessuno?».
Quando si parla di intimidazione e tentativo di censura occorre ascoltare bene le parole pronunciate e, soprattutto, non dimenticare quando la propria sponda politica di appartenenza sostiene da tempo. Perchè è il centrodestra che si inalberò contro il Tg1 con la grave accusa: aver intervistato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Gravissimo per i cronisti poter parlare con il capo del governo. Insomma, il classico doppiopesismo all’italiana.
(da Globalist)
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