ITALIA, SECONDO PAESE PIU’ “VECCHIO” AL MONDO E PRIMO IN EUROPA
DATI OMS: ENTRO IL 2050 RADDOPPIERA’ IL NUMERO DEGLI OVER 60 NEL MONDO
L’Italia è il paese «più vecchio» in Europa con il 21,4% dei cittadini over 65 e il 6,4% over 80, è secondo al mondo preceduto solo dal Giappone.
Lo rivela un rapporto dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità presentato a Washington alla vigilia della Giornata Internazionale degli Anziani (1 ottobre e il 2 ottobre si celebra in Italia la Festa dei nonni).
2 miliardi di over 60 nel 2050
Il rapporto in generale evidenzia che il nostro mondo sta invecchiando rapidamente. Entro il 2050 raddoppierà il numero degli over 60 – da 900 milioni di oggi due miliardi – , mentre già entro il 2020 i “seniors” supereranno in numero i bambini di cinque anni. Oggi, per la prima volta nella storia, la maggior parte delle persone raggiungono e superano i 60 anni, mentre 125 milioni di persone nel mondo raggiungono gli 80; entro il 2050 la maggior parte di questi – 120 milioni – vivranno in Cina, mentre 434 milioni nel resto mondo.
Il dato italiano
L’Italia, grazie a fattori come l’accessibilità universale e l’alto livello del sistema sanitario tra cui anche i risultati raggiunti nella salute materno-infantile, è al secondo posto per numero di anziani al mondo, in Europa davanti a Germania e Portogallo.
Nei prossimi 20 anni Cile, Cina, Iran e Russia avranno una proporzione simile di popolazione anziana come quella del Giappone, il Paese con il più alto tasso di popolazione anziana nel mondo.
Le donne costituiscono la maggioranza delle persone anziane e forniscono gran parte della cura familiare per coloro che non possono più prendersi cura di se stessi.
Le sfide da vincere
«L’agenda globale di sviluppo deve adottare cambiamenti in linea con una società più anziana pensando in particolare le donne che costituiscono la porzione più consistente degli “over 60”», dice Flavia Bustreo, vice Direttore Generale dell’Oms per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini.
«I 70 anni non sembrano ancora essere diventati i nuovi 60. Ma potrebbe essere così. Anzi, dovrebbe essere così», conclude
Il rapporto mette in luce tre aree chiave di intervento che richiederanno un cambiamento. La prima è quella di rendere i luoghi in cui viviamo molto più piacevoli e fruibili per le persone anziane.
Inoltre, è fondamentale che i sistemi sanitari siano allineati con le esigenze degli anziani: con sistemi in grado di fornire assistenza per le malattie croniche, più frequenti in età avanzata.
I governi devono, infine, sviluppare sistemi di assistenza a lungo termine che possano ridurre l’uso improprio dei servizi sanitari e garantire alle persone che vivono i loro ultimi anni di farlo con dignità .
«Le famiglie avranno bisogno di sostegno per fornire assistenza, dando maggiore libertà alle donne, che spesso sono anche coloro che si prendono in carico la cura per i familiari più anziani», conclude Flavia Bustreo.
(da agenzie)
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