LA BATOSTA DEL PIS IN POLONIA COSTRINGE LA MELONI AD ABBRACCIARE URSULA: L’ESITO DEL VOTO A VARSAVIA POTREBBE SPINGERE FRATELLI D’ITALIA A VOTARE IL NUOVO GABINETTO VON DER LEYEN
UNA SORTA DI APPOGGIO ESTERNO ALL’ALLEANZA TRA POPOLARI, SOCIALISTI E LIBERALI. CON TANTI SALUTI AI SOGNI DI GLORIA DELLA SORA GIORGIA, CHE SOGNAVA DI CAMBIARE LO STATUS QUO A BRUXELLES, E SI RITROVA CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO
Giorgia Meloni, fino a tarda sera, non ha commentato i risultati elettorali in Polonia. Nulla ha detto della frenata del suo più grande alleato in Europa, il Pis di Mateusz Morawiecki che è l’altro grande azionista del partito dei Conservatori.
Non è un periodo fortunato, per la premier italiana. A luglio la batosta di Vox alle elezioni spagnole, adesso lo stop agli alleati polacchi. Sono risultati che ridimensionano le ambizioni e cambiano i programmi.
La rende più sola in Consiglio europeo e più fragile nella sfida elettorale interna, con Matteo Salvini libero di portare avanti con più forza la sua opzione estremista, in virtù della crescita dei suoi compagni di viaggio, da Marine Le Pen ai tedeschi di Afd. Sia chiaro, non è che la Lega oggi possa festeggiare, visto il crollo – nella stessa Polonia – dei partner di Konfederacja.
Costretta ad archiviare definitivamente il progetto di un’alleanza sovranista a Bruxelles, Meloni potrà stringere il legame con il Ppe di Tajani ma “certamente – fanno sapere fonti europee – non potrà spingersi a fare intese organiche con i socialisti”.
La vittoria di una coalizione pro-Ue proprio nel campo degli amici della premier, prontamente sottolineata dagli eurodeputati pd […], rischia di ampliare il solco che, a destra, si è già aperto sul patto per la redistribuzione dei migranti: l’inquilina di Chigi da un lato con la maggior parte dei Paesi membri, Morawiecki e Orban dall’altro.
Mentre l’esito del voto polacco finisce per rafforzare il rapporto che Meloni ha creato con Ursula von der Leyen. Il risultato di Varsavia, con ogni probabilità, amplia le chance di un mandato bis per la presidente della commissione. E a quel punto la premier italiana si troverà davanti a un bivio.
Non è da escludere, si ragiona in ambienti di FdI, che l’Italia, pur non entrando in una maggioranza organica con il Pse, possa votare un nuovo gabinetto von der Leyen che, d’altronde, avrebbe un commissario indicato dal nostro governo.
L’ipotesi è quella di una sorta di appoggio esterno dei Conservatori (o della frangia italiana), con decisioni sui singoli provvedimenti da assumere volta per volta. “Non è un atteggiamento molto diverso da quello tenuto nella legislatura che volge al termine”, si fa notare da Bruxelles.
“D’altronde – precisa la stessa fonte – sul piano generale FdI è per un’autonomia strategica, la Lega e le altre forze di Id per nazionalismi spinti”. Di qui ai prossimi mesi, anche sulla spinta del voto polacco, potrebbe rafforzarsi il processo di “europeizzazione” di chi, poco più di un anno fa, diceva in campagna elettorale che per l’Ue la pacchia era finita.
(da la Repubblica)
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