LA CASSAZIONE: “IL CARCERE NON SIA OBBLIGATORIO PER GLI STUPRI DI GRUPPO”
UNA SENTENZA INDEGNA CHE DI FATTO PERMETTE AI DELINQUENTI DI GIRARE PER STRADA MENTRE LA VITTIMA DEVE STARE CHIUSA IN CASA PER NON INCONTRARLI
Non è obbligatorio il carcere per lo stupro, anche se perpetuato dal branco. 
La Corte costituzionale lo ha stabilito ieri con una sentenza (la numero 232) dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’articolo 275 comma 3 terzo periodo del codice di procedura penale.
Era stato il tribunale del Riesame di Salerno a sollevare presso la Corte la questione di legittimità , ma non era la prima volta nella nostra giurisprudenza.
Già nel 2010 la Consulta si era espressa in favore di misure alternative al carcere per gli stupratori e poi nel 2012 ci aveva pensato la Corte di cassazione a stabilire che per i violentatori del branco non si dovevano necessariamente aprire le porte del carcere.
Ieri la sentenza della Corte costituzionale, relatore il giudice Giorgio Lattanzi, ha stabilito che qualora emerga, in relazione al caso concreto, se le esigenze di custodia cautelare possono essere soddisfatte con altre misure il giudice può applicarle.
Va da sè, la Consulta conferma la gravità del reato da considerare tra «i più odiosi e riprovevoli» del nostro codice, ma sostiene che «la più intensa lesione del bene della libertà sessuale non offre un fondamento giustificativo costituzionalmente valido al regime cautelare speciale previsto dalla norma censurata».
Non ha dubbi la Consulta: «la compressione della libertà personale deve essere contenuta entro i limiti minimi indispensabili a soddisfare le esigenze cautelari del caso concreto».
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