ARRIVA FORZA ITALIA E ALEMANNO PASSA CON FRATELLI D’ITALIA
BERLUSCONI: “ANCHE SE CONDANNATO TERRO’ IN VITA IL GOVERNO PER ALMENO DUE ANNI”… L’EX SINDACO DI ROMA RITROVA UNA SORELLA E TANTI FRATELLI
Il ritorno a Forza Italia a settembre è cosa fatta.
Non si torna più indietro, avverte Silvio Berlusconi.
Interdizione o no, quel grande comitato elettorale che è sempre stato il partito in stile ’94 dalla ripresa sarà di nuovo su piazza.
Addio Pdl, coi suoi organi dirigenti, addio segretario, solo facce nuove, giovani, abili manager a caccia di fondi e un coordinatore unico nazionale.
Il Cavaliere resta blindato ad Arcore, ormai proiettato solo sulla sentenza di Cassazione della settimana prossima.
Sempre più convinto di un esito nefasto ma non per questo a far cadere il governo: «Lo terrò in vita comunque, almeno due anni».
Ad ogni modo, per ogni evenienza, rilancia il partito personale.
«Nulla è escluso dopo il 30 luglio, di certo non resteremo mani nelle mani, non accetteremo una sospensione della democrazia» ripetono i più “interventisti” tra chi gli parla in queste ore da Roma.
Ad Arcore invece per tutto il pomeriggio sono stati con lui Daniela Santanchè e Denis Verdini per valutare il da farsi dopo la sentenza e i dettagli organizzativi del “lancio” forzista.
Anche perchè, come sostiene nelle stesse ore al Tg3 Renato Brunetta, con la condanna di Berlusconi «la parola torna al popolo sovrano: di fronte a una ferita del genere, il problema non è il governo, l’imu, l’iva, ma la democrazia nel nostro paese».
Quello stesso capogruppo che pure in mattinata aveva proposto un «patto di legislatura» che blindi il governo Letta per i prossimianni.
Linea ondivaga, come l’umore a fasi alterne del Cavaliere, racconta chi lo frequenta. In mattinata, il leader si è affidato a Facebook per confermare: «Abbiamo deciso di tornare a Forza Italia perchè vorremmo rivolgerci, come ci riuscì 20 anni fa, ai giovani e ai protagonisti del mondo del lavoro per chiedere di interessarsi al nostro comune destino. Spero che con il lancio di settembre possano aggiungersi a noi tanti italiani». Confortato del resto dagli ultimi sondaggi consegnati da Alessandra Ghisleri: il nuovo-vecchio partito sarebbe già a ridosso del 30 per cento, spingendo il centrodestra al 35, col centrosinistra un soffio dietro.
Venti elettorali che stridono con la tesi di chi sostiene che Berlusconi, al contrario, si sia convinto della necessità di reggere anche in caso di interdizione un governo Letta destinato, in assenza di incidenti, a proiettarsi fino al 2015, dopo il semestre di presidenza europea.
«Il capo, come Grillo, si prepara a restare il leader fuori dal Parlamento, per consolidare nel frattempo Mediaset portandola fuori dalla tempesta finanziaria» spiega uno dei dirigenti Pdl di primo piano.
Non a caso, colombe come l’altro capogruppo, Renato Schifani, spiegano in serata al Tg1 che «gli italiani si aspettano grande senso di responsabilità e il Pdl è pronto a fare la sua parte».
C’è però chi lascia già il partito, come Gianni Alemanno per approdare a Fratelli d’Italia, con la sponsorizzazione di La Russa.
Annuncio ufficiale rinviato di qualche settimana per evitare concomitanze con la sentenza di Cassazione.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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