LA DEPUTATA M5S E LA CASA POPOLARE CON LO SCONTO
CELESTE D’ARRANDO PIZZICATA DALLA AGENZIE DELLE ENTRATE DI TORINO: HA OMESSO DI INFORMARE DELLA SUA MUTATA SITUAZIONE REDDITUALE DAL 2016.. ORA LA CASA POPOLARE E’ A RISCHIO
In campagna elettorale aveva dichiarato di volersi battere per il diritto a una casa per tutti. Ma a quanto pare Celeste D’Arrando, ripescata da Luigi Di Maio che “sceglie solo i migliori” e poi eletta alla Camera dei Deputati dopo aver vinto il collegio uninominale di Collegno, è stata pizzicata dall’Agenzia della casa di Torino ad aver omesso negli anni 2016 e 2017 di informare una “mutata situazione reddituale”.
Una situazione non sanata nell’anno successivo e nemmeno nel 2018.
In una storia che somiglia tantissimo a quella di Paola Taverna e oggi rivelata da Lo Spiffero in un articolo a firma di Oscar Serra, si scopre che a rimetterci è stata la mamma dell’onorevole grillina, inquilina di un alloggio a Collegno, nel quale vive assieme alla figlia con cui costituisce un nucleo familiare.
La signora, nei giorni scorsi, si è vista recapitare a casa una diffida dell’ATC nella quale si annuncia l’incremento del canone di locazione da 155 a 180 euro e la richiesta degli arretrati per i due anni precedenti, che ammontano a oltre mille euro.
Celeste D’Arrando, che viene dallo stesso collegio di Laura Castelli di cui è amica, è assurta agli onori della cronaca in questi mesi per la lista degli scienziati dell’ISS con le loro preferenze politiche.
Era lei l’autrice degli appuntini che segnalavano le preferenze politiche e le collaborazioni giornalistiche di alcuni degli scienziati.
Eletta nel collegio uninominale di Collegno, in Piemonte, la D’Arrando ha un diploma all’Istituto tecnico e una qualifica come operatrice socio sanitaria.
Nessuna esperienza lavorativa in strutture mediche di eccellenza. Per tre anni, dal 2012 al 2015, è stata una badante.
La castigatrice degli scienziati si è occupata anche di formazione in call center. Tra il 2001 e il 2007 è stata commessa in un negozio di abbigliamento.
Lo Spiffero racconta che il regolamento dei canoni di locazione stabilisce che l’assegnatario è tenuto a comunicare tempestivamente all’ente gestore ogni variazione della propria situazione economica così da consentire l’adeguamento del canone di locazione.
Per il momento i rilievi fatti dall’Agenzia si riferiscono ai redditi del 2016 e del 2017 (emersi dalle dichiarazioni del 2017 e del 2018) e ancora non tengono conto di quelli dello scorso anno, anche se negli uffici di Atc è saltato all’occhio come in quasi un anno di mandato parlamentare, D’Arrando non abbia ancora comunicato un’ulteriore (presumibile) scatto reddituale.
‘ noto, infatti, che i deputati hanno un’indennità lorda superiore agli 11mila euro al mese, senza contare i vari rimborsi e al netto di eventuali restituzioni come sancito dal regolamento interno del Movimento 5 stelle.
Di tutto ciò, però, non v’è traccia nelle comunicazioni che la D’Arrando avrebbe dovuto fare all’Atc. E non è escluso che con un reddito tanto alto nei prossimi mesi la mamma della parlamentare rischi addirittura di perdere i requisiti per l’alloggio popolare.
Il presidente dell’Agenzia torinese Marcello Mazzù ha confermato l’esistenza di una pratica sull’onorevole grillina.
(da “NextQuotidiano”)
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