LA DOMANDA RETORICA: MA DRAGHI VUOLE SALIRE AL COLLE O RESTARE A PALAZZO CHIGI?
LA VOLETE LISCIA, GASATA O FERRARELLE?
Leggiamo su La Stampa che “Letta apre il dialogo con Meloni per eleggere Draghi presidente”.
Leggiamo su Repubblica che alla festa di Fratelli d’Italia il segretario del Partito democratico avrebbe detto l’esatto contrario: “Senza Draghi maggioranza a rischio”. Per carità, lo sappiamo che il nostro è un ingrato mestiere, ma qualcuno deve pur farlo. Soprattutto quando il nome del prossimo inquilino del Colle è “un indovinello, avvolto in un mistero all’interno di un enigma” (come diceva Winston Churchill a proposito dell’ex Unione Sovietica).In attesa che il nebbione si diradi, proviamo a riordinare le poche e confuse idee sull’argomento.
Primo: continuare a chiedersi se Draghi voglia salire al Colle o se preferisca restare a Palazzo Chigi è abbastanza ridicolo.
Meglio risiedere in un condominio sgarrupato o meglio in un hotel a sette stelle? Meglio farsi logorare giorno dopo giorno da mille problemi e da una coalizione rissosa, o meglio garantirsi per sette anni uno scettro inviolabile?
Meglio avere a che fare continuamente con Matteo Salvini, o meglio anche no? Assodato che nessuna persona sana di mente al mondo rinuncerebbe a farsi eleggere presidente della Repubblica solo perché glielo chiede il Financial Times, arriviamo al secondo quesito.
Ovvero: quando e con quali modalità Draghi esternerà i suoi propositi? Interrogativo totalmente insensato, per non dire peggio, ma che rispecchia un altro titolone di qualche giorno fa. Che attribuiva ai partiti della maggioranza una geniale pretesa del tipo: Draghi ci dica cosa vuole fare.
Se dunque appare abbastanza improbabile che l’incarnazione del silenzio di tomba come forma suprema di comunicazione si lasci sfuggire una sillaba sull’argomento, ciò non esclude affatto (anzi!) che il personale addetto sia impegnato alla bisogna (ventre a terra, per dirla come Toto su Funiciello) in intenso e fattivo lavorio.
Che, tuttavia, potrebbe avere un esito soltanto: elezione di Draghi alla prima chiama del Parlamento, con la più larga maggioranza e servita su un piatto d’argento (infine, tra il Foglio che lo vuole assolutamente al Quirinale e il gruppo Gedi che lo vuole assolutamente a Palazzo Chigi, noi scegliamo Ferrarelle).
(da Il Fatto Quotidiano)
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