ALTRO CHE REDDITI MEDI E BASSI, DRAGHI DA’ UNA MANCIA AI RICCHI E ANCOR MENO AGLI ALTRI
I VERI NUMERI DELLA MANOVRA; ECCO DEGLI ESEMPI
Il grosso della stampa e Governo stanno cercando di mettere su con la favola che la nuova Irpef premierebbe le fasce più fragili e il ceto medio.
Con la riduzione delle aliquote prevista dalla riforma Draghi – da cinque a quattro – si interviene sui redditi di tutti i contribuenti, anche quelli più ricchi.
Col risultato che avranno più benefici coloro che hanno redditi elevati e molto elevati. Se si abbassa la seconda aliquota (da 27 a 25%) non significa che ciò riguardi solo ed esclusivamente chi guadagna tra 15.001 euro e 28.000.
Se il mio reddito è 50.000 euro i miei primi 15mila euro saranno tassati al 23%, dai 15.001 a 28.000 al 25% (ora al 27%) e la parte restante al 35% (ora al 38%), con il risultato di circa 740 euro di tasse in meno da pagare.
Altro esempio: un operaio meccanico o un impiegato dei servizi con reddito di 26.000 euro vedrà tassata la prima parte di reddito al 23% e il resto (11mila) a 25% (anche qui, anziché 27%) ottenendo un vantaggio fiscale molto inferiore, circa 45 euro l’anno.
I redditi dei lavoratori dipendenti fino a 35.000 euro sono i più penalizzati anche perché l’abbassamento dell’aliquota si compensa con l’effetto delle nuove detrazioni. E così a 35mila euro il beneficio fiscale si traduce in 88 euro l’anno mentre 5mila euro più avanti si tocca la vetta dello sconto fiscale più alto, ovvero 945 euro.
Idem per i pensionati: a 35mila euro lo sconto è di 299 euro a fronte dei 758 che si risparmiano a quota 50mila.
Peccato che l’85% dei lavoratori dipendenti sia compreso entro la soglia dei 35mila euro, mentre entro la stessa soglia sia compreso l’87% dei pensionati. Altro che a beneficiare sia il ceto medio.
Se guardiamo alla media dei redditi dichiarati abbiamo la seguente situazione: lavoratori dipendenti 21.060 euro lordi annui; pensionati 18.290 euro lordi annui; totale dei contribuenti Irpef 21.800 euro lordi annui.
Nell’incontro con i sindacati del 2 dicembre il Governo ha sostenuto che il 47% dei 7 miliardi destinati al taglio dell’Irpef andranno ai redditi più bassi. Niente di più falso. Oltre tre miliardi sarebbero destinati a ridurre l’aliquota dal 27 al 25%, operazione che riguarda appunto tutti i contribuenti. Il Governo ha messo l’accento sull’innalzamento della no tax area. In realtà per i lavoratori dipendenti è invariata a 8174 euro (aumenta solo l’intervallo di applicazione).
Per i pensionati aumenta di 326 euro e arriva a 8500 euro. Per gli autonomi aumenta di 700 euro arrivando a 5500. Come falso risulta il mito secondo cui l’intervento sul fisco sostenga le donne e i più giovani. L’ultimo dato utile ci dice che oltre il 60% dei giovani fino a 34 anni di età e il 64% delle donne si collocano sotto i 25.000 di reddito.
(da agenzie)
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