LA LEGA COME I RADICALI, AMMESSA LA DOPPIA TESSERA: IL CASO DEL LEGHISTA MALASPINA, SERVITOR DI DUE PADRONI
IL SEGRETARIO REGIONALE TOSCANO GLI CONSEGNA LA TESSERA CON TUTTI GLI ONORI IL 30 MAGGIO 2009, MA IL 18 SETTEMBRE 2009 RISULTA ANCORA NEL CONSIGLIO NAZIONALE DEL NUOVO PSI… ORA SI CANDIDA A VICESINDACO DI VILLAFRANCA, MA I LEGHISTI LOCALI NON VOGLIONO CHI HA GIRATO TROPPI PARTITI
Come nei film di Peppone e Don Camillo, quando in piazza si consumavano epici scontri e cerimonie ufficiali di consegna di medaglie al merito, con gli abitanti del paese ad assistere a cotanto evento, i seguaci di Alberto di Giussano, decisi a scendere sotto la linea del Po per illustrare le sacre scritture padane anche in Toscana, consumano il rito nella centrale piazza della Repubblica, in quel di Pontremoli, il 30 maggio 2009.
Alla presenza del segretario regionale Morganti e dei quadri leghisti locali in preda a convulsioni, viene consegnata la tessera della Lega a tale Roberto Malaspina, transfugo di varie formazioni politiche, ultimo indirizzo conosciuto la parrocchia socialista.
Nonostante le proteste degli iscritti: scrive infatti Martino Squeri, commissario della Lega per l’Alta Lunigiana, che “siamo di fronte ad un assalto al treno, bisognerebbe avere maggiore cautela nell’accogliere intere formazioni provenienti da altre esperienze politiche, senza neanche indire alcuna assemblea degli iscritti per chiedere almeno il loro parere”.
Pazienza che nella Lega non vi sia democrazia interna, ma qua siamo di fronte a un evento storico, al primo caso di un leghista con doppia tessera: che sia un nuovo escamotage per aumentare i consensi sulla via tracciata anni fa dai radicali?
O di semplice ignoranza o connivenza in via Bellerio?
Eh sì, perchè sarà anche che il 30 maggio 2009 il Malaspina ritira la tessera della Lega, ma è altrettanto vero che quattro mesi dopo, ovvero il 18 settembre 2009, egli risulti addirittura sempre membro del Consiglio nazionale del Nuovo Psi (abbiamo relativa documentazione, come sempre ovvio).
Non sappiamo se ci troviamo di fronte a “un servitor di due padroni” di goldoniana memoria padana o di un furbacchiotto che vuole solo non chiudersi una porta alle spalle, ma è quanto risulta dai documenti ufficiali socialisti.
Nessuna cancellazione.
Che il Malaspina sia una quinta colonna dei socialisti di Craxi in cerca di asilo politico?
Insospettisce il fatto che si sia candidato a vicesindaco di Villafranca, d’intesa con il candidato sindaco del Pdl, Lucio Burani, attualmente deputato del Pdl, ma con trascorsi socialisti.
Nonostante il dissenso dei leghisti locali che vedono in tutto ciò solo un utilizzo della Lega per fini personali.
Ma evidentemente lassù in via Bellerio “qualcuno lo ama”: fanno i duri e puri nel non voler commemorare Craxi e poi ponti d’oro ai socialisti e a mare i leghisti in buona fede?
Ma il Malaspina è anche un seguace di Berlusconi: è il primo leghista che si è avvalso infatti del “legittimo impedimento”.
Aveva infatti denunciato alla stampa locale che nel comune di Mulazzo, dove era stato sindaco durante il suo passato (e presente) socialista, dei concorsi pubblici erano stati taroccati.
Ma quando i carabinieri lo hanno convocato per avere dettagli delle sue affermazioni non si è presentato per “legittimo impedimento”.
Mancando la badante doveva provvedere di persona all’anziana madre, ha sostenuto il Malaspina.
Non ci è dato sapere se la badante fosse extracomunitaria e se si sia quindi trattato di un vile boicottaggio alla linea leghista o del fatto che non avrebbe saputo cosa rivelare ai carabinieri.
Silvio fa scuola in Lunigiana, i socialisti fanno strada nella Lega della “Roma Ladrona”.
E in via Bellerio? Basta suonare e vi sarà aperto.
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