LO SCANDALO DEGLI ARBITRATI: PARCELLE MILIONARIE PER VENTITRE’ ESPERTI CHE DANNO SEMPRE TORTO ALLO STATO
NEL 2008 SI ERA VIETATO ALLE P.A. DI RICORRERE AGLI ARBITRATI IN CASO DI CONTENZIOSO NEGLI APPALTI, MA LA NORMA SLITTA DI ANNO IN ANNO…NEL PERIODO 2005-2007, UN CLUB RISTRETTO DI 23 ESPERTI: MOLTI NOMI RICORRONO NELLE INDAGINI SU BALDUCCI E COMPAGNI DI MERENDE
I nomi di molti di loro ricorrono nelle carte dell’inchiesta sugli appalti del G8 e dei Grandi Eventi: si tratta di liberi professionisti, giudici amministrativi, magistrati contabili, avvocati dello Stato.
Non si limitano però solo a questa attività , ma spesso sono chiamati a dirimere le controversie che nascono tra imprenditori che hanno vinto gli appalti e lo Stato che ha commissionato il lavoro.
In questi casi viene nominato un collegio arbitrale che deve decidere controversie da centinaia di milioni di euro di appalti pubblici.
Caratterizzati solitamenti da due aspetti: parcelle milionarie per gli “arbitri”, sentenze che danno sempre torto alle Pubbliche amministrazioni.
Non lo diciamo noi, lo sottolinea l’Autorità di Vigilanza sui lavori pubblici.
Non a caso i carabinieri dei Ros avevano messo sotto osservazione il fenomeno.
I dati rilevati riguardano 35 arbitrati nel periodo 2005-2007, nella maggior parte dei casi la stazione appaltante pubblica è l’Anas, ma anche il comune di Roma, la Regione Veneto, la Regione Calabria, la Presidenza del Consiglio, le Asl.
Tutte soccombenti, tutte condannate a risarcire imprese private e a versare rilevanti importi, anche decine di milioni di euro.
Gli “arbitri” sono come un circolo esclusivo, pare che in Italia non esistessero più di 23 esperti in grado di valutare le ragioni e i torti nei contratti di appalto. Girano sempre gli stessi nomi con parcelle milionarie.
Nel periodo indicato dall’indagine dei carabinieri troviamo tre volte “arbitro” l’avvocato dello Stato Ettore Figliola e il presidente del Tar Lombardia, Pier Maria Piacentini, due volte il magistrato contabile Mario Sancetta (indagato per associazione a delinquere con l’aggravante di mafia nell’inchiesta sui Grandi eventi), due volte il suo collega Antonello Colosimo, con stretti rapporti con l’imprenditore Piscitelli, arrestato per corruzione, due volte l’avvocato dello Stato Aldo Linguiti, due volte l’avvocato Stefano Vinti (legale dell’imprenditore Fusi, l’amico di Verdini), una volta Carlo Malinconico, accusato anche lui per i soggiorni gratuiti all’Argentario, una volta l’avv. Patrizio Leozappa, legale di Anemone e Balducci.
Sembra un elenco di gente inquisita o amica di inquisiti, quella che avrebbero dovuto decidere con gli arbitrati la spesa di milioni di euro delle casse statali. Ricordiamo che Balducci stesso ha un reddito dichiarato derivante dalla Protezione civile di circa 170.000 euro l’anno lordi, ma il suo reddito totale sfiora i 2 milioni di euro, proprio grazie agli arbitrati ottenuti.
Che fa la politica per evitare tutto ciò?
In teoria ha vietato nel 2008 alle Pubbliche Amministrazioni di ricorrere agli arbitrati, salvo far slittare di anno in anno la sua applicazione.
E la casta degli “arbitri” esclusivi ringrazia.
Che sia un caso?
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